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Sardegna, Pecoraro Scanio: "Su allarme clima sei anni di ritardo"

20/11/2013

 
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Sedici morti in 24 ore, un numero imprecisato di dispersi, tra il 18 e il 19 novembre, è caduta tanta pioggia quanto in sei mesi, con raffiche di vento fino a 100 km all'ora. E' il bilancio, temporaneo, del ciclone che ha colpito la Sardegna e che ha sferzato duramente soprattutto le aree della Gallura, dell’Ogliastra, dell’Oristanese e del Medio Campidano. Una tragedia che, secondo molti, non sarebbe qualcosa di inatteso. In prima linea, Alfonso Pecoraro Scanio, Presdiente della Fondazione Univerde ed ex-ministro dell'ambiente, che, nel 2007, lanciò l'allarme sui rischi crescenti dovuti ai fenomeni meteo estremi. "Si tratta di sei anni di colpevole ritardo - accusa Pecoraro Scanio - la gravità di questi anni persi potrà essere confermata dal climatologo Vincenzo Ferrara, che, nel 2007, quando alcuni irresponsabili accusarono me e la Conferenza governativa sui cambiamenti climatici di catastrofismo, era il focal point dell'IPCC/ONU  in Italia, a cui affidai il coordinamento scientifico della conferenza nazionale sui cambiamenti climatici del settembre 2007 e che lanciò l'allarme per l'intensificazione dei fenomeni meteorologici estremi e la necessità di un piano nazionale di adattamento, quindi di prevenzione delle conseguenze negative e dei  maggiori danni prevedibili in relazioni  al cambiamento climatico in atto".

"Il mio progetto - continua Pecoraro Scanio - fu bloccato ed il governo successivo quasi azzerò  anche i fondi che ero riuscito a far stanziare contro il dissesto idrogeologico e che consentirono di aprire circa mille cantieri per la difesa del suolo. Solo a fine ottobre, su pressioni della Ue, è stata presentata la bozza del piano nazionale di adattamento ora in consultazione. Serve approvare subito il piano ma soprattutto togliere risorse alle mega opere inutili e destinarle alla messa in sicurezza del territorio, altrimenti le proposte resteranno lettera morta".

FONTE: zeroemission.tv


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