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Gas refrigeranti: pericolosi e ancora troppo diffusi

19/9/2013

 
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Dannosi per l’ambiente i gas refrigeranti sono un pericolo anche per lo strato di ozono. Utilizzati soprattutto nei sistemi di condizionamento dell’aria il consumo di HFC è cresciuto del 341% in 10 anni, mentre le emissioni inquinanti sono scese del 9%. I dati li ha trasmessi stamane Legambiente durante l’incontro organizzato a Roma proprio per chiarire la situazione a livello nazionale. CFC, HCFC e HFC vengo utilizzati nei frigoriferi e nei condizionatori e il loro rilascio causa un inquinamento pericoloso e persistente non avvertito immediatamente perché i gas si presentano come inodore e incolore. Consapevole dei danni ambientali legati al rilascio di questi gas l’Europa sta definendo la nuova normativa che dovrebbe essere approvata entro il 2014, aumentando così il livello di protezione dell’ozono e ridurre i danni ambientali insieme alla loro azione climalterante.
Riconosciuti come altamente dannosi, i CFC sono vietati dal Protocollo di Montreal ormai dal 1994, mentre gli HCFC vengono gradualmente abbandonati e sostituiti con sostanze refrigeranti naturali.
Articolato in due sessioni tematiche – la gestione dei refrigeranti in Italia, i refrigeranti naturali e la nuova normativa europea – l’evento ha fornito un quadro chiaro di come si stia affrontando la situazione nel nostro paese.
L’Associazione ha presentato il dossier sugli F-gas ammettendo che in Italia la distribuzione dei gas fluorurati è ancora troppo elevata: nel 2012 sono state immesse sul mercato circa 10.600 tonnellate di gas refrigeranti, con un potenziale effetto serra di 250 milioni di tonnellate equivalenti, il 50% circa del totale delle emissioni di gas serra annuali a livello nazionale.
Mentre le aziende sono tutte, chi più chi meno, impegnate nella riduzione del proprio impatto inquinante le emissioni di gas refrigeranti appaiono in costante aumento (+341%).
Agli ultimi posti nella classifica europea per la gestione dei gas fluorurati, l’Italia ha quindi bisogno di una normativa ad hoc e di controlli più severi che sappiano gestire l’emergenza e ridurre i rischi per l’ambiente e per la salute della popolazione anche mediante l’introduzione di incentivi destinati all’acquisto di dispositivi meno inquinanti.

FONTE: rinnovabili.it




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