
Tra le tante ricerche di avanguardia nel settore del solare, l’ultima novità ha a che fare con il fotovoltaico spray e proviene da uno studio condotto da alcuni scienziati della Università di Sheffield, nel Regno Unito. Spruzzare particelle con proprietà fotovoltaiche sulla plastica potrebbe ridurre, e di parecchio, i costi di questa tecnologia. Allo stesso tempo, moltiplicare all’infinito le sue possibili applicazioni come ad esempio su vetri e muri degli edifici, coperture per serre e tettucci delle future auto elettriche. Gli esperti di Sheffield, in collaborazione con quelli di Cambridge, hanno creato un nuovo sistema fotovoltaico spray che si basa, come ogni comune bomboletta che usiamo tutti i giorni, semplicemente sull’aria compressa.
Oggi molte celle sono realizzate usando strumentazioni speciali e materiali come il silicio ed entrambi comportano una gran quantità di energia utilizzata. La plastica, al contrario, si produce con molta meno energia. Gli esperimenti di Lidzey e dei suoi colleghi al momento riguardano solo superfici plastiche piane, ma nulla toglie che lo stesso sistema possa essere applicato anche a pezzi di plastica formati e curvi. Purché siano molto lisci.
Gli unici due problemi di questa tecnologia sono la ancora bassa efficienza delle celle spruzzate rispetto a quelle classiche, quindi una bassa produzione di energia elettrica, e la scarsa tenuta nel tempo. Due problemi comuni a quasi tutte le sperimentazioni di frontiera nel fotovoltaico.
FONTE: greenstyle.it
Oggi molte celle sono realizzate usando strumentazioni speciali e materiali come il silicio ed entrambi comportano una gran quantità di energia utilizzata. La plastica, al contrario, si produce con molta meno energia. Gli esperimenti di Lidzey e dei suoi colleghi al momento riguardano solo superfici plastiche piane, ma nulla toglie che lo stesso sistema possa essere applicato anche a pezzi di plastica formati e curvi. Purché siano molto lisci.
Gli unici due problemi di questa tecnologia sono la ancora bassa efficienza delle celle spruzzate rispetto a quelle classiche, quindi una bassa produzione di energia elettrica, e la scarsa tenuta nel tempo. Due problemi comuni a quasi tutte le sperimentazioni di frontiera nel fotovoltaico.
FONTE: greenstyle.it