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FV, no partita Iva per i piccoli impianti. Freno del Fisco sulla sentenza della Corte Ue

25/6/2013

 
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In Italia i possessori di piccoli impianti fotovoltaici o che in ogni caso non fanno parte dell'attività d'impresa sono esclusi dall'obbligo di aprire una partita Iva. Dunque, niente partita Iva obbligatoria nel caso in cui la produzione e la vendita di energia elettrica da impianti fotovoltaici non rientra in un'attività abituale e professionale. Lo ha precisato l'Agenzia delle Entrate chiarendo che la sentenza del 20 giugno 2013 della Corte di giustizia Ue (causa C-219/12) non avrà un impatto diretto nel nostro Paese.

La pronuncia della Corte Ue

Nella sentenza citata la Corte Ue ha stabilito che se lo sfruttamento di un impianto Fv avviene per ricavarne introiti stabili, esso si configura come 'attività economica' soggetta all'imposizione dell'Iva con diritto alla detrazione. E’ irrilevante al riguardo che la quantità di energia elettrica prodotta dall’impianto sia sempre inferiore alla quantità di energia elettrica consumata dal gestore per le proprie esigenze domestiche.
Il pronunciamento della Corte di giustizia europea ha preso le mosse da una vicenda iniziata nel 2005 quando un cittadino austriaco ha installato sul tetto della sua abitazione un impianto fotovoltaico, privo di capacità di immagazzinamento. In base al contratto con la società, stipulato a tempo indeterminato, la quantità complessiva di energia elettrica prodotta, inferiore al proprio fabbisogno, è ceduta in rete e remunerata al prezzo di mercato e assoggettata all’Iva.
Il cittadino ha chiesto all’autorità tributaria competente il rimborso dell’Iva da lui assolta al momento dell’acquisto dell’impianto fotovoltaico. Il fisco ha però rifiutato il rimborso dell’imposta pagata a monte con la motivazione che, nello sfruttare il suo impianto fotovoltaico, il proprietario non esercitava un’attività economica. Il cittadino ha quindi proposto ricorso dinanzi alla Commissione tributaria indipendente che l’ha accolto.
Adita dall'autorità tributaria, la Corte amministrativa austriaca ha quindi chiesto alla Corte di Giustizia Ue se, in base al diritto dell’Unione - sesta direttiva 77/388/CEE, modificata dalla direttiva 95/7/CE - rientri nella nozione di “attività economiche” lo sfruttamento di un impianto fotovoltaico installato sopra o accanto a un edificio privato ad uso abitativo e strutturato in modo tale che la quantità di energia elettrica prodotta, da un lato, sia costantemente inferiore alla quantità complessiva di energia elettrica consumata per uso privato dal gestore dell’impianto e, dall’altro, sia ceduta in rete verso un corrispettivo, con la realizzazione di introiti aventi carattere di stabilità. A tale questione, la Corte Ue ha risposto affermativamente

FONTE: CASAeCLIMA

Rinnovabili: gli Italiani chiedono più investimenti

14/6/2013

 
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Gli Italiani credono nelle Rinnovabili, perché offrono a privati e aziende la possibilità di produrre energia in modo autonomo, producendo risparmio e rendendosi indipendenti dalle fonti fossili: il 79% dei cittadini attribuisce a sole, vento, acqua e geotermia un grado di efficienza paragonabile a quello garantito delle fonti energetiche tradizionali.
Per l’80% la tecnologia su cui conviene puntare di più è il Solare (Termico e Fotovoltaico), perchè innocuo per la salute (94%) e rispettoso per l’ambiente ed il paesaggio (92%). Seguono Eolico, familiare al 73% del campione e molto a distanza Idroelettrico (45%) e Geotermico (28%).
E’ quanto emerso dal sondaggio ISPO e commissionato dall’associazione ANIE/GIFI, che evidenzia la convinzione generale che puntare nelle Rinnovabili  rappresenti un segno di evoluzione del Paese.

Nonostante l’interesse generale non sempre si traduca in reale consapevolezza della situazione nazionale – il 61% del campione non sa di pagare in bolletta un contributo per l’investimento pubblico in energia pulita – la maggioranza ritiene giusto contribuire di tasca propria allo sviluppo delle Rinnovabili, perchè conviene all’Italia. Solo il 17% si dichiara contrario a questa forma di finanziamento.

E tuttavia gli Italiani ritengono che il Paese promuova investimenti insufficienti sulle fonti di energia pulita, o comunque meno di altri Stati (66%). Forse anche per questo, i benefici assicurati finora dalle Rinnovabili sono ritenuti inferiori ai costi già sostenuti dalla collettività.

Allo stesso tempo si ritiene che questo trend sia destinato ad invertirsi rapidamente: il 53% degli Italiani, infatti, sostiene che nei prossimi 10 anni i benefici delle fonti pulite supereranno i costi pubblici, mentre solo per il 13% si verificherà la situazione opposta.

FONTE: pmi.it

Un pannello fv che immagazzina energia

12/6/2013

 
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Per sfruttare a pieno l'energia prodotta da un impianto fotovoltaico, un team di ingegneri dell'Università del Wisconsin-Madison ha messo a punto un modulo solare capace sia di generare elettricità dalla luce del sole, sia di immagazzinarla al suo interno e sfruttarla successivamente quando richiesto. Per riuscire in questo intento, il team ha progettato delle innovative celle fotovoltaiche dotate di un elettrodo capace di convertire i fotoni in entrata in elettroni. Mentre la maggior parte degli elettroni in ingresso fuoriesce dal dispositivo per supportare il carico di potenza, altri vengono convogliati verso dei nanofili di ossido di zinco ricoperti con un fluoro polimero (PVDF), materiale plastico che possiede una costante dielettrica adeguata alla capacità di accumulare energia. Quando non c'è luce solare l'energia accumulata viene prelevata dai nanofili per alimentare i carichi.

Attualmente, il prototipo converte solo il 4% della luce in entrata. Tuttavia, il team crede di poter migliorare notevolmente sia l’efficienza di conversione che la quantità di energia immagazzinabile.

FONTE: CASAeCLIMA


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