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Ecobonus efficienza energetica, il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri

31/5/2013

 
Sale al 65% dall'attuale 55% la detrazione fiscale per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Viene prorogata a fine anno e fino al 31 dicembre 2014 per i soli interventi su tutto l'edificio. Il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri.
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Questo è il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri sull'ecobonus:

Dopo l’esame iniziato nella scorsa seduta, il Consiglio dei ministri ha definitivamente approvato, su proposta del Presidente del Consiglio, Enrico Letta, del Ministro degli affari esteri, Emma Bonino, del Ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi: un provvedimento che recepisce la direttiva 2010/31/UE e che mira a dare un’adeguata risposta alla necessaria ed urgente esigenza di favorire la riqualificazione e l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare italiano in conformità al diritto dell’Unione Europea e nell’approssimarsi della scadenza degli attuali benefici.

Le finalità del decreto

Il decreto legge ha l’obiettivo di:

  • promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici;
  • favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici;
  • sostenere la diversificazione energetica;
  • promuovere la competitività dell’industria nazionale attraverso lo sviluppo tecnologico;
  • conseguire gli obiettivi nazionali in materia energetica e ambientale.

Cosa cambia per il cittadino

Con l’approvazione del decreto legge è previsto un forte potenziamento dell’attuale regime di detrazioni fiscali che passerà dal 55% per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (detrazione in scadenza il 30 giugno prossimo) al 65%, concentrando la misura sugli interventi strutturali sull’involucro edilizio, maggiormente idonei a ridurre stabilmente il fabbisogno di energia. Un’ultima conferma, e non ne sono previste successive, stabilita per dare la possibilità a quanti non lo avessero già fatto di migliorare l’efficienza energetica del proprio edificio. Così, per le spese documentate sostenute a partire dal 1° luglio 2013 fino al 31 dicembre 2013 o fino al 31 dicembre 2014 (per le ristrutturazioni importanti dell’intero edificio), spetterà la detrazione dell’imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in 10 quote annuali di pari importo.

Un vantaggio per l’ambiente per l’economia

L’effetto concentrato nel tempo della proroga e l’aumento della percentuale della detrazione possono dare un forte impulso all’economia di settore e in particolare al comparto dell’edilizia specializzata, caratterizzato da una forte base occupazionale, concorrendo in questo momento di crisi al rilancio della crescita e dell’occupazione e allo sviluppo di un comparto strategico per la crescita sostenibile.
Proprio nell’ottica di recepimento della 2010/31 in materia di prestazione energetica:

  • viene adottata a livello nazionale una metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici che tenga conto, tra l’altro, delle caratteristiche termiche dell'edificio nonché degli impianti di climatizzazione e di produzione di acqua calda;
  • vengono fissati i requisiti minimi di prestazione energetica in modo da conseguire livelli ottimali in funzione dei costi. I requisiti, da applicarsi agli edifici nuovi e a quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti, sono riveduti ogni 5 anni;
  • nasce la definizione di “edifici a energia quasi zero” e viene redatta una strategia per il loro incremento tramite l'attuazione di un Piano nazionale che comprenda l’indicazione del modo in cui si applica tale definizione, gli obiettivi intermedi di miglioramento della prestazione energetica degli edifici di nuova costruzione entro il 2015, informazioni sulle politiche e sulle misure finanziarie o di altro tipo adottate per promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici.
Entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a “energia quasi zero”. Gli edifici di nuova costruzione occupati dalle Amministrazioni pubbliche e di proprietà di queste ultime dovranno rispettare gli stessi criteri a partire dal 31 dicembre 2018.

Viene, infine, previsto un sistema di certificazione della prestazione energetica degli edifici che comprenda informazioni sul consumo energetico, nonché raccomandazioni per il miglioramento in funzione dei costi. La redazione dell’attestato è obbligatoria in caso di costruzione, vendita o locazione di un edificio o di un'unità immobiliare, nonché per gli edifici occupati dalla Pubblica Amministrazione.

FONTE: qualenergia.it

Biomasse, entro il 2020 una capacità di 82 GW a livello mondiale

30/5/2013

 
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Ampiamente utilizzata negli impianti industriali, l'energia elettrica prodotta da impianti a biomassa a oggi rappresenta il 3% della capacità di generazione elettrica mondiale. In futuro, la sua crescita dipenderà da diversi fattori, tra i quali i più importanti sono i sussidi che i singoli governi decideranno di investire in tale tecnologia e le innovazioni che verranno apportate nei processi di densificazione delle biomasse.
SCENARI AL 2020. Entro il 2020 Navigant Research, organismo di ricerca nel settore delle tecnologie e dell'innovazione nel campo dell'energia e della mobilità, prevede per questo mercato una capacità di 82 GW; attualmente i GW installati sono 58,6. Pensando invece a uno scenario più "aggressivo" e ottimistico la capacità installata potrebbe raggiungere anche i 128,5 GW. Quest'ultima previsione prevede, ovviamente, un tasso accelerato di crescita degli impianti a biomassa in tutti gli Stati, dovuto principalmente all'integrazione tra questa tecnologia e le centrali elettriche a carbone.

MIGLIORA L'EFFICIENZA ENERGETICA. Anche se il futuro delle biomasse sembra essere alquanto incerto, ricordiamo che questi impianti già oggi stanno migliorando l'efficienza energetica e la redditività sia degli impianti di calore che di energia. Inoltre, utilizzando le biomasse, si riducono anche le emissioni di CO2.

FONTE: CASAeCLIMA.com


Energivori, sconto da 600 milioni voluto da Passera e pagato da tutti

30/5/2013

 
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Ancora sommovimenti sul fronte oneri di sistema in bolletta. Mentre il peso degli incentivi al fotovoltaico sta per fermarsi – dato che il quinto conto energia finirà con ogni probabilità a fine giugno o i primi giorni di luglio – è in arrivo un'altra novità che renderà più salate le fatture: uno sconto da 600 milioni di euro alle aziende “energivore”, grazie ad una ridefinizione della platea che diventa più ampia, che potrebbe far salire dell'1,5-2% la bolletta di tutti gli altri utenti
È l'effetto di un altro intervento dell'ultimo minuto del ministro dello Sviluppo economico del governo Monti, Corrado Passera. Si tratta del varo, appena prima di lasciare la carica, del regolamento attuativo del relativo decreto "pro-energivori", approvato ad aprile.
I nuovi sgravi saranno quasi a pioggia: ne beneficeranno circa 5.500 aziende, per un totale di oltre 60mila GWh e, come detto, avranno un costo previsto di 600 milioni. Come si legge nei criteri guida per la rimodulazione della componente A3 che il ministro uscente ha trasmesso all'Autorità per l'energia (vedi lettera in allegato in basso), a beneficiare degli sconti saranno tutte le aziende con costi dell'energia superiori al 2% del fatturato e con consumi oltre i 2,4 GWh l'anno. Si prevede un abbattimento del 15% della componente A3 – circa il 19% della bolletta - per le imprese con intensità energetica tra il 2 e il 6%, per passare al 30% per le imprese con intensità fino al 10%, al 45% per quelle con intensità tra il 10 e il 15%, mentre oltre quella soglia la riduzione sarà del 60%. Rimangono poi le vecchie agevolazioni previste per le grandi imprese con consumi elevati in assoluto (oltre gli 8 GWh al mese), anche se quelle che non risulteranno "energivore", sulla base del nuovo criterio dei consumi in proporzione al fatturato, potrebbero subire un lieve aggravio.
Un provvedimento apprezzato da Confindustria che sicuramente darà sollievo a molte aziende, penalizzate da un costo dell'energia più alto che in altri paese: come scrivevamo oggi riportando gli ultimi dati Eurostat, nella classifica delle bollette più salate l'Italia è quarta in Europa per quel che riguarda i consumatori domestici e terza se si parla di utenti industriali.
Peccato che questi sgravi rendano più care le bollette delle famiglie e di tutte le altre imprese. A pagare quei 600 milioni saranno infatti tutti i soggetti non rientranti nelle categorie agevolate. Secondo le prime stime dell'Autorità il maggiore esborso per i trimestri successivi all'entrata in vigore sarà come detto tra l'1,5 e il 2% del totale della bolletta. Questa novità preoccupa il Regolatore, da tempo molto sensibile sulla questione del peso degli oneri di sistema in bolletta.
Il provvedimento voluto da Passera per divenire operativo attende una delibera da parte dell’Autorità. Secondo la legge questa dovrebbe arrivare entro 60 giorni dal decreto, cioè entro fine giugno, ma è probabile che tardi: voci di corridoio ci riferiscono che l'Aeeg si sta muovendo per sensibilizzare il governo attuale sulle conseguenze per le bollette dei 'non agevolati' che gli sconti avrebbero qualora entrassero in vigore.
Allarme c'è anche tra le associazioni dei consumatori. “Dopo tre anni consecutivi di incredibili aumenti sulle bollette di energia elettrica e gas, che hanno raggiunto i livelli più elevati dal dopoguerra, proprio ora si iniziava a registrare un assestamento e addirittura una lieve diminuzione dei costi. Ma la speranza di veder diminuire gli importi delle bollette è durata pochi istanti: il Governo uscente, infatti, ha escogitato il modo per giustificare nuovi aggravi. Dagli incentivi alle fonti rinnovabili (che abbiamo sempre sostenuto debbano essere trasferiti sulla fiscalità generale), al contributo per la dismissione delle centrali nucleari: sono molte le voci che da anni insistiamo perché vengano eliminate dalla bolletta. Oggi, invece, avviene l’esatto contrario”, commenta Mauro Zanini vicepresidente di Federconsumatori. E conclude: “Per questo facciamo appello al Governo affinché questa misura non trovi applicazione e perché si studino altri modi per incentivare le imprese in difficoltà, senza intaccare minimamente il potere di acquisto delle famiglie già in forte difficoltà economica.”

FONTE: qualenergia.it


Primo ministro cinese: "Dazi scateneranno guerra commerciale"

28/5/2013

 
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Spunta l'ipotesi di una guerra commerciale tra Europa e Cina. E' stato il primo ministro cinese Li Keqiang ad avvertire l'Unione europea, nel corso del suo soggiorno in Germania, che, se i problemi intorno alla vicenda dei prodotti fotovoltaici di importazione cinese non dovessero essere risolti, si potrebbe anche verificare una guerra commerciale tra UE e Cina. L'Unione europea accusa la Cina di immettere sul mercato pannelli solari e dispositivi di telefonia mobile a prezzi troppo bassi, grazie a vere e proprie procedure di "dumping". La Cina nega le accuse e Li Keqiang, in visita in Europa questa settimana, ha detto che i piani dell'Ue farebbero "male agli altri, senza tuttavia beneficiarne essi stessi". Le controversie commerciali tra la Cina e l'Europa si sono moltiplicate con l'approfindimento dei legami commerciali e, oggi, ben 18 delle 31 indagini commerciali condotte dall'Ue hanno a che fare con la Cina.

Il crollo delle vendite dei pannelli solari cinesi, che si è verificato a inizio mese, quando la Commissione europea ha annunciato l'intenzione di imporre dazi del 47% di media sui prodotti solari cinesi, è il più pesante fino ad oggi. Colloqui formali tra la Cina e l'Unione europea verso il raggiungimento di una soluzione negoziata potranno però iniziare solo dopo che il portavoce della commissione si sarà espresso a riguardo.

FONTE: zeroemission.tv

Fughe di metano, come il gas fa male al clima

23/5/2013

 
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Il gas fa più male al clima di quanto comunemente si pensi. Colpa delle perdite: nel processo di estrazione e trasporto finisce in atmosfera dal 2 al 7% del metano, gas con potere climalterante 33 volte superiore a quello della CO2. Particolarmente negativo il bilancio dello shale gas, soggetto a consistenti fughe già nell'estrazione tramite fracking. Con il nucleare in crisi e le rinnovabili ancora minoritarie, molti hanno individuato nel gas la fonte di transizione per decarbonizzare il sistema energetico. Una fiducia galvanizzata dal recente boom dello shale gas, il gas non convenzionale estratto dalle rocce attraverso il fracking. Il gas, se guardiamo solo al processo di combustione, è indubbiamente la fonte fossile con meno emissioni: una centrale a gas emette grosso modo la metà della CO2 rispetto ad una a carbone. Se si guarda all'intero ciclo di vita dell'energia da gas però emerge un aspetto quasi sempre trascurato che ridimensiona di molto i vantaggi del gas: quello delle fughe di metano in atmosfera.
Ce lo ricorda un report del World Resources Institute, fresco di pubblicazione (vedi allegato in basso). Sia nel processo di estrazione, che durante il trasporto del gas, si spiega, in atmosfera finiscono quantità rilevanti di metano: circa il 2-3% della produzione totale, ma alcuni studi (il report propone una sorta di censimento della letteratura scientifica esistente) parlano di un impressionante 7%.
Emissioni che gravano molto sul clima, specialmente nei primi 20 anni: il metano infatti ha un potere climalterante decine di volte superiore a quello della CO2, anche se ha un tempo di permanenza in atmosfera pari a un decimo di questa. Per l'esattezza, secondo studi recenti, il metano ha un potere climalterante di 33 volte superiore a quello della CO2 sui 100 anni e 105 volte maggiore sui 20 anni (il quarto rapporto IPCC del 2007 parla di un potere riscaldante sui 100 anni superiore di 21 volte alla CO2, ma la proporzione fatta sarebbe superata perché non tiene conto dell'interazione con gli aereosol).
Assumendo conservativamente che le fughe siano solo il 2% della produzione, lo studio del WRI, riferito al mercato USA, le quantifica in 6 milioni di tonnellate di metano l'anno che finiscono in atmosfera: un contributo al disastro climatico pari a quello delle emissioni di 120 milioni di auto. Tra le altre cose uno spreco (sempre parlando dei soli Stati Uniti) da 1,5 miliardi di dollari l'anno. Una perdita attribuibile in parte a fughe nei gasdotti che si potrebbero riparare, con vantaggio economico anche dei produttori: se non lo si fa, si spiega, oltre che per un vuoto legislativo, è perché i gasdotti non appartegono ai produttori. Bisogna rimediare subito è la bottomline del report: limitare le perdite di metano potrebbe essere uno dei provvedimenti più efficaci per ridurre le emissioni.
Se le perdite nei gasdotti possono, entro un certo limite, essere tappate, però, più difficile è intervenire su quelle in fase di estrazione. Questo è un buon motivo, che va ad aggiungersi a molti altri, per dubitare della sostenibilità ambientale dello shale gas (che tra l'altro potrebbe rivelarsi anche una grande bolla finanziaria). Oltre ad avere impatti ambientali molto pesanti come il depauperamento, l'inquinamento delle falde idriche e il rischio di innesco di attività sismiche, il fracking, la procedura per estrarre il gas non convenzionale dagli scisti iniettandovi acqua e sostanze chimiche ad altissima pressione, causa fughe di gas.
Ricerche recenti citate nello studio WRI e condotte attorno a pozzi di shale gas attivi in Colorado ci dicono che nel proceso di estrazione tramite fracking circa il 4% del gas estratto finisce in atmosfera. Anche se gran parte della letteratura scientifica in materia stima che le emissioni dello shale gas siano paragonabili a quelle del gas convenzionale, questi dati potrebbero confermare quanto sostenuto da uno studio del 2011 della Cornell University, che conclude che l'impronta dello shale gas in termini di emissioni su un periodo di 20 anni sia dal 22 al 43% più grande di quella del gas convenzionale, mentre sui 100 anni - per via della permanenza relativamente breve del metano in atmosfera - sia mggiore dal 14 al 19%.
Se così fosse lo shale gas per il clima non sarebbe migliore di petrolio e carbone: rispetto al petrolio, sui 20 anni, l'impatto sarebbe dal 50% a 2,5 volte più pesante e sui 100 anni da equivalente a peggiore del 35%. Rispetto al carbone, invece, sul periodo dei 20 anni, avrebbe un'impronta climatica dal 20% a oltre il doppio più grande, mentre sui 100 anni l'impatto sul clima sarebbe sostanzialemente simile.

FONTE: ecquologia.com

Ecobonus 55% approvata risoluzione per renderla stabile

20/5/2013

 
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L'Ecobonus del 55% per chi ristruttura un immobile in efficienza energetica diventerà presto stabile. La Commissione Ambiente della Camera ha approvato all'unanimità una risoluzione per rendere il provvedimento permanente. “E’ un segnale positivo quello che arriva dalla Commissione Ambiente della Camera con l’approvazione all’unanimità della risoluzione sul credito di imposta del 55% per le misure a favore dell’efficienza  energetica in edilizia - ha commentato Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente - la risoluzione impegna il Governo a stabilizzare l’eco-bonus del 55% per il risparmio energetico in edilizia, in scadenza a giugno, e ad estenderlo anche al consolidamento antisismico degli edifici. Come dimostra il drammatico allarme lanciato oggi dall’Ance, secondo la quale dall’inizio della crisi il settore delle costruzioni ha perso 550 mila addetti considerando l'indotto, rilanciare l’edilizia è una priorità per la nostra economia e per l’occupazione, ma un nuovo sviluppo del settore non può che essere legato alla qualità, all’innovazione, all’efficienza energetica, alla sicurezza antisismica. Per questo è fondamentale stabilizzare l’eco-bonus del 55%”.

“Il sistema di agevolazione fiscale del 55%  - ha aggiunto Realacci - si è dimostrata una misura di grande importanza: ha attivato oltre 1.400.000 interventi, per circa 18 miliardi di euro di investimenti, e la creazione di oltre 50 mila posti di lavoro all'anno nei settori coinvolti, soprattutto nelle migliaia di piccole e medie imprese nell'edilizia e nell'indotto. Ha rappresentato, inoltre, lo strumento più efficace e virtuoso in tema di sostenibilità ambientale, di sostegno del mercato dell’edilizia di qualità e di risparmio di emissioni di anidride carbonica”.

 “La risoluzione è stata sottoscritta da tutti i capigruppo presenti in commissione e da un indirizzo forte al Governo a consolidare le politiche ambientali e a favorire l’edilizia di qualità ed energicamente efficiente dando stabilità al credito d’imposta del 55 % ed estendendolo anche agli interventi di consolidamento antisismico del patrimonio edilizio esistente, oltre che ad assumere iniziative, anche di tipo normativo, volte ad estendere le misure di efficientamento energetico anche al patrimonio edilizio pubblico - ha concluso Realacci - ad esempio con un allentamento del Patto di Stabilità interno per gli Enti Locali che hanno risorse da investire nella messa in sicurezza antisismica degli edifici pubblici, a partire dalle scuole e degli ospedali. La risoluzione impegna infine il Governo ad assumere iniziative analoghe anche per consentire agli Enti Locali che abbiano risorse a disposizione di realizzare interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio”.

FONTE: zeroemission.tv

Conto termico, al via da Giugno le domande per gli incentivi

14/5/2013

 
Dalle ore 9,00 del 3 giugno 2013 alle ore 21,00 del 1° agosto 2013 sarà possibile presentare le richieste di iscrizione ai Registri del Conto Termico riservati agli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con impianti a pompa di calore e agli interventi di sostituzione degli impianti di serre e fabbricati rurali con impianti alimentati da biomassa, realizzati dalle Pubbliche Amministrazioni e dai privati.

Lo fa sapere con un comunicato il Gestore dei Servizi Energetici (GSE).

I suddetti interventi sono quelli di cui all’art. 4, comma 2 lettere a) e b) del DM 28 dicembre 2012, cioè:
a) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica;
b) sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti e dei fabbricati rurali esistenti con impianti di climatizzazione invernale dotati di generatore di calore alimentato da biomassa;

Le richieste - spiega il GSE nella nota - dovranno essere trasmesse esclusivamente per via telematica, mediante l’applicazione informatica Portaltermico disponibile sul portale del GSE all’indirizzo https://applicazioni.gse.it .

A seguito delle domande di iscrizione ai Registri, il GSE formerà le graduatorie sulla base dei dati dichiarati dai Soggetti Responsabili nella consapevolezza delle sanzioni penali e amministrative previste dalla normativa vigente.

Ricordiamo che il Conto Termico incentiva la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e i piccoli interventi di efficienza energetica con uno stanziamento di 900 milioni di euro annui, 700 per privati e imprese e 200 per le amministrazioni pubbliche.

L’incentivo, che non è cumulabile con altri bonus fiscali, copre il 40% dell’investimento ed è spalmato in un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni. I tetti massimi sono differenziati in base al tipo di intervento, alla potenza dell'impianto e alla zona climatica in cui il lavoro è realizzato.

FONTE: edilportale.com

Rifiuti elettronici: in Emilia Romagna i primi cassonetti intelligenti d'Europa

9/5/2013

 
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Rifiuti elettronici, come facilitare la loro raccolta? In un mondo sempre più tecnologico la gestione dei rifiuti elettronici necessita di nuovi strumenti. Ecco dunque che giungono in Italia i primi cassonetti per la loro raccolta, intelligenti ed hi-tech. Il nostro Paese è il primo in Europa ad averli a propria disposizione. Il progetto dei cassonetti intelligenti per i rifiuti elettronici (RAEE) nasce grazie alla multiutility HERA ed in collaborazione con Ecolight e con la fondazione spagnola Ecolum. Nel nostro Paese il progetto di utilizzo dei nuovi cassonetti ha inizio dalla città di Bologna. I cassonetti, già presenti sulle strade della città dell'Emilia Romagna, sono parte di un progetto promosso da parte dell'Unione Europea, volto ad incentivare la raccolta dei piccoli elettrodomestici.

Sarà possibile effettuare la raccolta, ad esempio, di telefoni cellulari e pile, oltre che di tutto ciò che caratterizza le nostre abitazioni ormai tecnologiche e che nel giro di poco tempo rischia di giungere alla conclusione del proprio ciclo di funzionamento. I rifiuti elettronici non devono assolutamente essere gettati nei sacchi o nei cassonetti per la raccolta differenziata della plastica o tra i rifiuti indifferenziati, bensì, in attesa dei cassonetti intelligenti, devono essere consegnati presso i punti di raccolta RAEE indicati dal proprio Comune.
L'accesso ai cassonetti è possibile utilizzando la tessera sanitaria o altre tessere magnetiche. La raccolta dei rifiuti elettronici risulterà così facilitata, permettendo di salvaguardare l'ambiente dalla dispersione di oggetti che possono contenere materiali e sostanze inquinanti, ma che possono risultare preziosi per il recupero dal punto di vista tecnologico.

Il problema costituito dall'incremento dei rifiuti elettronici risulta evidente, se si pensa che in Italia nel 2012 la loro raccolta ha portato ad un accumulo di materiali pari a 240 mila tonnellate di RAEE. Il recupero degli stessi verrà facilitato proprio grazie ai nuovi cassonetti, che saranno di tipologie diverse.

I cassonetti di dimensioni più piccole, di colore bordeaux, sono stati progettati per la raccolta dei piccoli elettrodomestici e prevedono un posizionamento stradale nella città di Bologna e nel comune limitrofo di Castenaso, oltre che a Lugo e a Ravenna, accanto ai cassonetti per la raccolta differenziata di carta, plastica e vetro.

Vi sono poi altre due tipologie di cassonetti, i quali saranno collocati nelle zone commerciali di alcune delle città della regione Emilia Romagna, con particolare riferimento ai punti vendita di noti marchi della grande distribuzione che hanno aderito al progetto, tra cui Leroy Merlin, MediaWorld e Ikea. Anche a tali cassonetti i cittadini potranno avere accesso tramite tessera elettronica. I cassonetti più grandi, realizzati sotto la supervisione del consorzio Ecollight, verranno invece collocati presso i parcheggi dei centri commerciali, e potranno accogliere RAEE di maggiori dimensioni, come televisiori, elettrodomestici, monitor e aspirapolveri.

L'ultima tipologia di cassonetti verrà posizionata all'esterno di alcuni negozi e sarà utilizzabile per la raccolta di piccoli RAEE tra cui rasoi, frullatori, orologi, cellulari, trapani e tastiere. Un'indicazione resta valida per ogni tipo di cassonetto: gli elettrodomestici dovranno essere conferiti privi di pile o batterie. Per ogni cassonetto sarà infatti predisposto uno spazio a parte per la raccolta delle stesse.


FONTE: greenbiz.it

Distretto La nuova Energia: "Grandi sfide per nuovo Governo"

6/5/2013

 
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Il Presidente Giuseppe Bratta: “La politica energetica gestita correttamente potrà dare un contributo molto importante nel rilancio dell’occupazione, delle imprese del settore"

Grandi sfide sociali in vista per il Governo Letta. Ne è convinto il vertice del Distretto Produttivo “La Nuova Energia”, che fa i suoi migliori auguri a Flavio Zanonato e Andrea Orlando, i due nuovi ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente. Il Presidente del Distretto, Giuseppe Bratta ha dichiarato: “La politica energetica gestita correttamente potrà dare un contributo molto importante nel rilancio dell’occupazione, delle imprese del settore. Si potrà garantire una riduzione delle bollette dei cittadini, limitare l’esborso per l’import del paese. Si potrà dunque svolgere quel ruolo anticiclico che è decisivo in questa fase economica del nostro Paese".

"Appare necessario - ha aggiunto Bratta - dimostrare e riaffermare quanto le rinnovabili in generale, siano un investimento economico e non un costo per la collettività, con dati oggettivi considerando tutti i benefici economici, ambientali ed occupazionali nell'arco di un ventennio e non nel conto economico annuale. La prima prova concreta che dovrà affrontare il Governo è prevista già nel prossimo mese di giugno, quando scadrà definitivamente il Quinto Conto energia e gli operatori ad oggi non sanno cosa accadrà di seguito. Serve una pianificazione del settore della green economy a dieci anni e non a due mesi altrimenti le Aziende e le circa 100.000 persone aumenteranno la lista dei disoccupati Italiani”.

FONTE: zeroemission.tv

L'enel sporca che non piace agli azionisti critici

2/5/2013

 
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Mentre il mondo guarda avanti, a un sistema energetico più pulito e democratico, Enel, il “nostro” (31,24% delle azioni del ministero del Tesoro) gigante dell'energia, sembra essere rimasto “fossilizzato” sul passato dato che punta ancora sul carbone con danni a salute, clima, ambiente e probabilmente anche perdite economiche per gli azionisti. E' questa la sintesi dell'obiezione che gli azionisti critici dell'azienda hanno portato all'assemblea martedì scorso.

Nel 2012 il 31% dei 295,8 TWh di energia elettrica prodotti da Enel è venuto dal carbone, un dato in crescita del 6,6% rispetto all'anno precedente. Le rinnovabili (idroelettrico escluso) pesano appena per il 3,14% del totale, quasi tutto dall'eolico, mentre il fotovoltaico si ferma allo 0,07%.

Nel 2011 le nuove rinnovabili contribuivano per il 2,18% del totale. Rispetto al 2011 c'è stato quindi un incremento dello 0,96%. Per Greenpeace, Re:Common e comitati contro il carbone, rappresentati in assemblea da Banca Etica è “un incremento troppo contenuto rispetto a fonti di energia che, secondo uno studio di Bloomberg New Energy Finance pubblicato la scorsa settimana, costituiranno il 70% della nuova potenza installata da qui al 2030. A favore delle fonti pulite giocherebbero molti fattori: costi delle tecnologie e dell'integrazione nella rete in forte calo, produzione di CO2 vicina allo zero e sviluppo di un sistema di produzione di energia elettrica sempre più decentrato e diffuso, basato sull'autoproduzione da parte di famiglie e singoli individui grazie ai pannelli solari, al mini-eolico, al mini-idroelettrico. In uno scenario del genere, i giganti dell'energia come Enel, che continuano a puntare su fonti di energia fossile e su una produzione fortemente centralizzata sono destinati a trasformarsi in dinosauri nel giro di pochi anni, con un impatto pesantemente negativo sui profitti e sui dividendi per gli azionisti, come recentemente evidenziato (8 marzo 2013) da un'analisi di Reuters“.

Enel, è la denuncia, non solo sta perdendo un treno, ma sta addirittura tentando di farlo deragliare. E' di un anno fa l'allarme lanciato pubblicamente dal presidente Andrea Colombo, il quale, intervenendo contro gli incentivi alle rinnovabili, avvertiva che proprio le fonti rinnovabili assieme alla stagnazione della domanda stanno rendendo difficile la copertura dei costi di produzione degli impianti convenzionali. “Questa a nostro parere – sottolineano gli azionisti critici -  è un indice di grave miopia nella gestione di Enel che, arroccata nella difesa delle fonti fossili e di un sistema di produzione centralizzato, rischia di perdere progressivamente la sua capacità di generare profitti e dividendi per gli azionisti.“

Un discorso a parte poi va fatto sul carbone, una fonte di energia obsoleta e altamente inquinante, il cui peso sul mix di produzione di energia di Enel è cresciuto del 6,6% dal 2011 al 2012. Una crescita quasi interamente concentrata sull'Italia, dove il carbone è passato dal 34,1% del totale nel 2010 al 48,4% nel 2012 (+14,3%).  Nelle domande ad Enel da parte degli azionisti critici (allegato in basso), oltre che di possibili investimenti controversi (come quelli nel nucleare nei paesi baltici o in grandi pogetti idroelettrici in Sudamerica) si chiede di tutte le problematiche correlate agli investimenti in nuovi impianti a carbone, dagli elevati costi esterni in termini di emissioni, mortalità e morbilità calcolati secondo il modello elaborato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente (EEA) al minore costo per l'ambiente e la salute di investimenti alternativi in energie rinnovabili e, al limite, in impianti a gas naturale. 

Eccone alcune: “Quali sono i costi operativi dell’impianto di La Spezia? Non sarebbe più conveniente chiudere l’unità a carbone e utilizzare in modo più efficiente le due unità a gas naturale già esistenti?”; “perché lo studio di impatto ambientale sull’impianto a carbone di Porto Tolle non presenta anche analisi di costi e benefici basate su altre opzioni?”; “in base a quali dati la società considera come non rilevante l’aumento di traffico marittimo – e i relativi impatti ambientali e sul paesaggio – dovuto alle chiatte che porteranno il carbone a Rossano, in Calabria?”. E poi Civitavecchia: “La nostra è la prima città nel Lazio e la terza in Italia per casi di tumori alle vie respiratorie” ha spiegato Simona Ricotti dei No Coke Alto Lazio, delegata a parlare all’assemblea dell’Enel in rappresentanza delle altre realtà italiane.

Come ha risposto Enel? Aspettando la pubblicazione del verbale dell'assemblea e un commento che QualEnergia.it ha chiesto all'azienda e pubblicherà appena ricevuto, ci limitiamo a quanto diffuso dalle agenzie:  "A Brindisi e Civitavecchia – è la dichiarazione di Fulvio Conti riportata da TM News - le indagini ci sono, non lo nego. Ma vi invito ad aspettare l'esito perché tecnicamente ad oggi possiamo dire che non è così". "In Cile - ha poi aggiunto rispondendo a un azionista cileno che ha accusato l'azienda di violare i diritti delle popolazioni indigene - non violiamo i diritti umani". (Aggiornamento: in allegato in basso le risposte di Enel alle domande degli azionisti critici che l'azienda ci ha inviato adesso, seguirà un pezzo dedicato).

Risposte che non sembrano aver soddisfatto gli azionisti critici. “Sono state come sempre elusive – spiega a QualEnergia.it, Mauro Meggiolaro di Banca Etica - non si ammettono gli impatti del carbone e non si riconoscono gli studi della EEA e di Greenpeace (sui danni sanitari del carbone, ndr), Conti si richiama sempre al "rispetto delle leggi", cosa che a noi non basta. Su Civitavecchia e Brindisi ha ammesso l'esistenza di indagini, ma ha chiesto di aspettare "eventuali condanne". In ogni caso incontreremo Enel dopo la pubblicazione del verbale per fare ulteriori domande e chiedere maggiori informazioni sulle domande a cui non è stata data risposta.”

FONTE: qualenergia


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