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Cinque "palafitte" in bioedilizia nel centro di Amburgo

30/4/2013

 
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(Rinnovabili.it) – Amburgo non smette di stupire, realizzando un complesso di “palafitte” in bioedilizia, costruite nel rispetto degli standard Passive House, ad energia ed emissioni zero.
Ancora una volta è l’IBA International Building Exhibition ad attrarre queste nuove sperimentazioni, permettendo ad architetti internazionali, di mettere in pratica le più moderne e rivoluzionarie soluzioni progettuali, destinate a promuovere l’efficienza energetica e la bioedilizia.

I cinque edifici di WaterHouse sono firmate dal team di Schenk + Waiblinger Architects e saranno costruiti nel rispetto degli standard Passive House, uno dei massimi riferimenti nel campo della bioedilizia.
Come espresso dal nome stesso del progetto WaterHouse, sarà l’acqua il centro nevralgico della costruzione, sperimentando nuove soluzioni tecnologiche ed impiantistiche per raggiungere l’obiettivo emissioni ed energia zero.
Il nuovo complesso di WaterHouse sorge, nel vero senso della parola, all’interno del fiume Elbe, il principale corso d’acqua di Amburgo, trasformando una tradizionale ipotesi di Bioedilizia, in una sorta di palafitte abitabili. Quattro WaterHouse da quattro piani e tre unità ed una WaterTower da nove piani, accoglieranno complessivamente 34 nuove unità abitative.
Il completamento è previsto entro la fine del mese, tuttavia già oggi è possibile percepire la qualità dell‘involucro edilizio, costruito unicamente con materiali ad elevate prestazione ed altissimo isolamento, e la qualità sociale della scelta progettuale, che permetterà di creare una vera e propria comunità galleggiante.
L’energia geotermica del sottosuolo permette di riscaldare gli ambienti fornendo inoltre l’acqua calda sanitaria necessaria; i pannelli solari e fotovoltaici assicurano la copertura delle richieste elettriche e termiche, mentre le soluzioni tecnologiche Smart Building unitamente all’impianto domotico, permettono agli utenti di mantenere sotto controllo i propri consumi e la propria produttività, ottimizzando esigenze e risorse.
Durante il periodo estivo le acque del fiume Elbe permetteranno di abbassare la temperatura esterna, contribuendo a raggiungere il giusto equilibrio igrotermico interno.

FONTE: rinnovabili.it

Il fotovoltaico di IBM promette efficienza e risparmio

30/4/2013

 
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IBM punta sull’energia solare con il progetto svizzero di un impianto fotovoltaico tra i più efficienti ed economici realizzati finora, capace di catturare radiazioni 2000 volte più intense dei sistemi attuali.

Si chiama HCPVT ed è attualmente un prototipo di fotovoltaico economico e super-efficiente realizzato da IBM all’ETH di Zurigo.

Si tratta di un impianto fotovoltaico termico ad alta concentrazione che usa l’innovativa tecnologia della tripla giunzione di cellule fotovoltaiche ed è capace di assorbire un numero di radiazioni notevolmente maggiore (fino a 2000 volte di più) rispetto ai pannelli solari attualmente in uso.

Il progetto di sfruttamento dell’energia solare di IBM si basa sul sistema Aquasar e prevede l’installazione di una parabola formata da una moltitudine di sfaccettature a specchio che viene poi collegata ad una rete di chip raffreddati ad acqua.

Ogni chip di 1cm per 1 cm può convertire in media 200-250 watt, considerando un giorno tipico fatto di otto ore di luce, se l’impianto viene posto in una regione soleggiata. Il pannello così realizzato riesce a concentrare i raggi solari catturati sulla fotocellula.

L’impianto fotovoltaico HCPVT è estremamente efficiente: l’80% dell’energia raccolta viene trasformata in elettricità, in più l’acqua di scarto può essere riutilizzata per altri scopi. Entrambi gli elementi conferiscono al progetto svizzero la peculiarità di essere uno dei sistemi più performanti ed economici (caratteristica che difficilmente si riscontra negli impianti a concentrazione) realizzati finora.

Oltre ad un costo pari a 250 dollari per metro quadro, il progetto realizzato da IBM Researc ed ETH Zurich promette di essere tra i più leggeri e resistenti del mercato fotovoltaico.

Per la realizzazione del progetto HCPVT i ricercatori hanno ricevuto un finanziamento triennale pari a 2,3 miliardi di dollari da parte della Commissione svizzera per la tecnologia e l’innovazione, che ha tutto l’interesse a fare in modo che il progetto arrivi presto ad una realizzazione pratica.

HCPVT è attualmente in fase di sperimentazione presso IBM Research – Zurigo. Altri prototipi supplementari saranno costruiti a Biasca e Rüschlikon, sempre in Svizzera.

FONTE: pmi.it


Amianto: i rischi che comporta e come smaltirlo

26/4/2013

 
L’Amianto, il killer invisibile.. ma che cos’è veramente e cosa bisogna fare con l’Amianto? Fino all’inizio degli anni ottanta, l’Amianto era praticamente ovunque e circondava tutti. Nelle strade, fungeva da copertura e coibentava case e palazzi. Il suo nome era accattivante: Eternit, che in latino vuol dire eternità.

Venne creato da una ditta tedesca che unì un silicato (Amianto) con del cemento inventando appunto questo nuovo materiale innovativo per la sue particolarità ignifughe e per la sua capacità di durare nel tempo. La sua forma ad “onda” paradossalmente abbelliva, dando un senso di leggerezza, alle abitazioni. Quella leggerezza tanto sentita si è, durante gli anni , trasformata in gelo: le città erano ricoperte da un elemento dannoso per la salute che tutti conoscono con il nome di Amianto. L’Amianto è infatti un silicato altamente cancerogeno, in modo particolari quando diventa, con il passare del tempo, trucioli e fibre.

Ma cancerogeno quanto? Come una sigaretta? Come i gas di scarico di una autovettura? Basti pensare che una sola fibra di Amianto all’interno del corpo umano crea quasi certamente il cancro ai polmoni sotto forma di asbestosi e successivamente carcinoma polmonare, e che una fibra di amianto è circa 13000 volte più piccola di un capello! Insomma individuarlo è veramente difficile e per tale motivo molti lavoratori hanno contratto malattie amianto-correlate e solo dal 1992 sono stati riconosciuti loro diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un’esposizione al minerale nocivo.

L’obiettivo al quale si vuole arrivare rimane comunque quello di eliminare ovunque l’Amianto. Sono in ogni caso moltissime le difficoltà che si hanno nello smaltimento. L’Amianto non è infatti un un rifiuto comune. Il suo smaltimento non deve mai essere improvvisato, ma seguire precise procedure che garantiscono la massima sicurezza. L’abbandono di materiali contenenti amianto costituisce di fatto reato. Se c’è la possibilità o il timore che un materiale contenga amianto, è necessario farlo analizzare immediatamente da un laboratorio specializzato.

La richiesta di verifica della situazione va inviata al Sindaco del Comune in cui si risiede, che attiverà ARPA per i controlli. ARPA effettuerà un sopralluogo per verificare, utilizzando le indicazioni predisposte dalla Regione. Se con le analisi si accertal a presenza di fibre di amianto: per i materiali friabili è necessario provvedere immediatamente alla bonifica per la rimozione dell’amianto, e di tutto ciò che era a contatto con esso e che quindi può essere contaminato; per i materiali compatti (cemento amianto e vinil-amianto) è opportuno rivolgersi a un tecnico specializzato per valutare il rischio da amianto e lo stato di degrado del materiale, oltre che per misurare la quantità di fibre di amianto nell’aria.

FONTE: tuttogreen.it

Rinnovabili: nel 2012 hanno fatto risparmiare 1,4 mld di euro nonostante la burocrazia

19/4/2013

 
50 miliardi di euro o poco meno, ecco quanto all'Italia è possibile guadagnare grazie alle rinnovabili, che nel 2012 hanno garantito al Paese un risparmio di 1,4 miliardi di euro. Si tratta di quanto emerso dal Rapporto Irex 2013, a cura della società di consulenza strategica Athesys.

Per quanto concerne il settore delle energie pulite. in Italia la sua espansione potrà portare al sistema elettrico italiano un beneficio netto compreso tra i 19 ed i 49 miliardi di euro entro il 2030. I vantaggi economici legati agli investimenti nel settore del solare e dell'eolico potrebbero diventare ancora più consistenti, se ci si dedicherà alla loro espansione.

Le energie alternative necessitano di essere sostenute al fine di raggiungere simili risultati positivi. Per quanto riguarda l'anno 2012, il risparmio è risultato chiaro ed ha superato il miliardo di euro. Esso potrebbe essere ampliato maggiormente se l'Italia proseguisse ad incentivare il ricorso alle rinnovabili con ferma convinzione.

Il Rapporto Irex 2013 sembra dunque smentire le illazioni circolate in precedenza riguardo ai costi eccessivi legati alle rinnovabili. I giusti investimenti porteranno a risparmio e guadagno: è questo l'avvertimento in positivo principale alla base dello studio. Nel 2012 l'industria delle energie rinnovabili avrebbe già attraversato un profondo cambiamento, che potrebbe portare ad un maggiore consolidamento del settore.

Investire nel settore delle energie rinnovabili potrebbe rappresentare una soluzione per risollevare il Paese dalla crisi economica e per poter garantire la nascita di nuovi posti di lavoro. Per l'anno 2013 sono stati calcolati 130 mila posti di lavoro che non esisterebbero in assenza delle rinnovabili. Il rapporto prospetta tra gli 85 ed i 96,6 miliardi di benefici valutati lungo tutta la durata di vita utile degli impianti.

Allo sviluppo del settore energie pulite si frappongono però ancora alcuni ostacoli, soprattutto di natura burocratica. Devono essere calcolate le spese per gli incentivi e le somme necessarie per compensare le carenze infrastrutturali della rete, oltre che legate alla trasmissione ed alla distribuzione. Trovare un equilibrio tra spese, risparmio e guadagni potrebbe garantire però una vera e propria svolta per l'Italia, in direzione dell'autosufficienza energetica.

FONTE: greenme.it

Grid parity fotovoltaico: quanto deve costare per farcela senza incentivi?

17/4/2013

 
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La grid parity fotovoltaica è a portata di mano: nelle zone più assolate del paese, per utenze commerciali-industriali con un autoconsumo rilevante, con i prezzi degli impianti attuali è già raggiunta; per impianti residenziali da 3 kW bisognerà attendere ancora, ma non manca molto, anche perché si prevede che i prezzi calino ancora.

Oggi mancano 75 milioni al tetto di spesa di 6,7 miliardi di euro che precede di un mese la chiusura del quinto conto energia: con la fine degli incentivi ormai in vista è ovvio che ci si stia chiedendo quanto dovranno calare i prezzi degli impianti affinché rimangano convenienti senza aiuti. Una risposta ci viene dal Solar Energy Report, l'ultimo lavoro dell'Energy & Strategy Group del politecnico di Milano che sarà presentato domani (si veda qui) ma che QualEnergia.it ha potuto sfogliare in anteprima.

Lo studio, che offre un esauriente ritratto a 360° del fotovoltaico italiano, approfondisce bene anche la questione dell'evoluzione dei costi e del raggiungimento della grid parity. Come sappiamo i prezzi in questo ultimo anno hanno continuato il loro crollo. Nel 2012 un impianto di 3 kWp "chiavi in mano" è costato in media 2.500 euro per kWp, il 20% in meno dell'anno precedente, sceso di quasi il 20% anche il prezzo medio per un 200 kW, venduto in media a 1.500 €/kWp, crollati del 35% in un anno i grandi impianti che si sono attestati su valori prossimi ai 950 €/kWp.

Ma quanto devono scendere questi prezzi per poter rinunciare agli incentivi? Secondo i calcoli contenuti nello studio, un impianto domestico da 3 kW con scambio sul posto al Sud può garantire un ritorno economico accettabile (IRR 4%) già ad un costo chiavi in mano di 2.000 €/kWp, al Centro si dovrebbe scendere a 1.800 €, mentre al Nord si dovrebbe pagare meno di 1.600 €/kWp.

Da notare, per inciso, che se invece teniamo conto delle detrazioni del 50%, confermate fino al 30 giugno, al Sud e al Centro la convenienza c'è già con i prezzi attuali, mentre al Nord basterebbe che i prezzi calassero del 10% rispetto ai 2.300 €/kWp di fine marzo 2013.

Ovviamente più autoconsumo abbiamo e maggiore è la convenienza: da questo punto di vista interessante è la stima dell'impatto economico che avrebbe un eventuale sistema di accumulo. Per 3 kWp installati al Centro, secondo lo studio, un sistema di storage di capacità utile pari a 2,5 kWh, incrementando del 60% l'energia auto-consumata darebbe un guadagno netto di circa 100 € annui. Con un batteria da 5,75 kWh, in grado di assicurare una copertura del 100% del fabbisogno annuo tramite l’impianto fotovoltaico, invece si guadagnerebbero ogni anno 230 € in più rispetto ad un sistema senza accumulo.

Già in grid parity, con un IRR del 6%, tale da stimolare un investimento di un'azienda, sarebbe poi con i prezzi attuali – circa 2.100 €/kWp – anche un impianto da 20 kWp da installare al Centro o al Sud su aree condominiali secondo il modello dei Sistemi Efficienti di Utenza (SEU). Al Nord basterebbe scendere a 1.900 €/kWp e comunque la possibilità di auto-consumare una quota rilevante di energia prodotta renda minime le differenze nella localizzazione dell’impianto.

Con autoconsumo rilevante, il 50% della produzione, ci mostra lo studio, la grid parity al Sud sarebbe già una realtà per taglie impianti da 200 kWp installati su coperture commerciali e industriali al servizio dell’utenza, con Scambio sul Posto già ai prezzi attuali (circa 1.600 €/kWp). Al Centro la quota di autoconsumo dovrebbe salire all'80% per rendere l'investimento redditizio ai costi di adesso, al Nord oltre a un autoconsumo dell'80% ci vorrebbe un prezzo di 1.300 €/kWp.

Anche su taglie più grandi l'autoconsumo è determinante. Secondo lo studio, al Sud un 400 kW (che  con la normativa attuale non può godere dello Scambio sul Posto), con un autoconsumo del 50% (tra i 200 e i 280 MWh/annui consumati nelle ore diurne) ipotizzando un prezzo di acquisto dell'elettricità dalla rete di 0,13 €/kWh avrebbe un IRR oltre il 6% già con i prezzi attuali (1.200 €/kWp) mentre senza autoconsumo non sarebbe conveniente neanche con prezzi dimezzati (si veda per questa taglia anche lo studio dell'ing. Alessandro Caffarelli: QualEnergia.it, Grid parity? Senza autoconsumo, solo sotto ai 1.000 euro a kW).

“Estremamente difficile” poi, secondo il report dell'Energy & Strategy Group, che impianti di potenza superiore ad 1 MWp possano risultare nel breve-medio periodo economicamente sostenibili: secondo lo studio ciò potrebbe accadere solo in Sicilia e Sardegna, assumendo per queste aree un valore del Prezzo Medio Zonale Orario superiore di circa 10 €/MWh rispetto alla media nazionale e solo con costi ridotti sotto agli 800 €/kWp.

Dunue un panorama che, se per certe categorie di impianti, come appunto l'utility scale, è scoraggiante, per altri è promettente, tanto più che nel report si stima che i prezzi continueranno a calare: per il 2013 si ipotizza un decremento del 13% per i moduli cristallini. La grid parity per impianti di taglie medie che possono accedere allo scambio sul posto ed essere abbinati ad un autoconsumo consistente è praticamente già raggiunta. Resta il problema – come segnalava anche l'analista di eLeMeNS Andrea Marchisio, in una recente intervista a QualEnergia.it – di fare incrociare domanda e offerta. Da questo punto di vista molto potrebbero fare i famosi Sistemi Efficienti di Utenza, i SEU, che permetterebbero a terzi di vendere l'energia a consumatori o consorzi senza passare per la rete: peccato che dal 2008 questo modello ancora attenda una piena attuazione normativa, mai come ora urgente.

FONTE: qualenergia.it

Nuove sorgenti luminose sempre più efficienti

15/4/2013

 
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I ricercatori di Enea mettono a punto due sistemi luce a lunga durata e Philips sviluppa il Led a luce “calda"

TRATTAMENTO LASER DI UN POLIMERO NANO-COMPOSITO. E un assaggio delle luci del domani è già possibile averlo ora. Nel corso di un recente convegno, Enea ha infatti spiegato il processo necessario per ottenere la luce attraverso il trattamento laser di un polimero nano-composito. Proprio sfruttando questo processo i gruppi di ricerca Enea sono arrivati a creare i cosiddetti Oled (Organic Light Emitting Diode) e gli Olet (Organic Light Emitting Transistor), due dispositivi luminosi a ridotto consumo e lunga durata. Testati in laboratorio – tra i centri di Brindisi, Portici, Casaccia (Roma) e Faenza – i nuovi sistemi potrebbero ben presto trovare applicazione nell'illuminazione di auto ed edifici. Per ora i cinque gruppi del progetto Lamp puntano a perfezionare i sistemi.
DA PHILIPS IL LED A “LUCE CALDA”.Intanto, dall'Olanda, Philips annuncia un'ulteriore risultato innovativo nel campo dell'illuminazione. Si chiama TLED ed è l'ultima lampadina Led sviluppata dall'azienda. Oltre ai consumi ridotti, la lampadina assicura una temperatura colore da 3.000-4.000 gradi Kelvin. Un particolare che la rende molto appetibile, visto che tra le principali lamentele che i consumatori riservano alle luci Led vi è proprio quella della “luce fredda”. Per ottenere l'effetto opposto – luce calda - TLED monta due LED blu e uno rosso e un filtro al fosforo che converte uno dei LED blu in verde, aumentando la temperatura luce. La lampadina potrebbe presto sostituire i neon di laboratori e uffici, la cui luce fredda è stata anche spesso accusata di causare nevralgie e affaticamento visivo. L'azienda fa sapere che la messa in commercio sarà nel 2015.

FONTE: CASAeCLIMA


Sequestro Bagnoli, Legambiente: " Non siamo stupiti"

12/4/2013

 
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“La gravissima vicenda della mancata bonifica dell’area di Bagnoli, così come viene ipotizzata dalla procura di Napoli che ne ha disposto il sequestro per disastro ambientale, non ci stupisce ed è purtroppo esemplificativa di come rischi di essere stata praticata una parte del risanamento dei siti inquinati in Italia”. E' il commento del vice presidente di Legambiente Stefano Ciafani

al sequestro delle aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli.

“Connivenze, conflitti d’interesse, comportamenti dolosi, illegalità e omertà sono tristemente di prassi nel nostro paese, come dimostrano le storie raccolte da anni nel nostro rapporto Ecomafia, e questo riguarda anche la gestione del recupero ambientale dei siti inquinati - prosegue Ciafani - alla chiusura degli impianti industriali sono seguiti troppo spesso enormi ritardi nelle operazioni di bonifica e interventi poco trasparenti che hanno portato all’azione della magistratura. L’Italia deve voltare pagina: non può più permettersi questo sperpero di denaro pubblico e l’incremento dei rischi per la salute dei cittadini derivante da un inquinamento protratto da false operazioni di bonifica. Da anni chiediamo di replicare il modello Usa attivato con la legge del Superfund del 1980. Solo così riusciremo a rendere concreto il risanamento ambientale, che fino a oggi è stato una chimera”.

“Ancora una volta - ha aggiunto Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania - la magistratura sostituisce la politica. Assistiamo a un copione che nella nostra regione  si ripete ogni qualvolta si parla di bonifiche di siti contaminati. Ieri le discariche dell'ecomafia, oggi Bagnoli, ma con un unico comune denominatore: la bonifica in Campania è una lontana chimera dove corruttela, sprechi e inquinamento la fanno da padrone”.

FONTE: zeroemission.tv

L'industria fv produce più energia di quanta ne consuma per la fabbricazione dei pannelli

12/4/2013

 
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L’energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici ha superato quella necessaria per fabbricarli ed installarli. Ad affermarlo è una ricerca della Stanford University pubblicata sulla rivista Environmental Science & Technology, secondo cui il 2012 è stato il primo anno nel quale dagli impianti FV già installati è stata ricavata più energia di quella consumata dall'intera industria. Un risultato dettato sia dalla maggiore diffusione della tecnologia che da un miglioramento dei processi produttivi.
PROGRESSI DI PROCESSO E PRODOTTO. Secondo il report lo scorso anno gli impianti hanno superato i 100 gigawatt di potenza installata nel mondo, attestandosi poco sopra i 101 GW, grazie a un incremento annuale record intorno ai 30 GW registrato nel 2011 e nel 2012. Oltre all'aumento della capacità installata, il recupero energetico è favorito anche da un'efficienza sempre maggiore dei processi di fabbricazione, che dovrebbero migliorare sempre più nel corso dei prossimi anni. Progressi in termini di processo, quindi, ma anche di prodotto. Ora- sottolineano i ricercatori- si usano wafer più sottili, materia prima meno lavorata e si sono ridotti gli sprechi di silicio. E ulteriori miglioramenti possono venire da un maggior impiego dei moduli a film sottile, che hanno un costo energetico molto più basso dei cristallini.

DEBITO ENERGETICO SALDATO DAL 2015. L’industria del fotovoltaico- spiegano i ricercatori- ha un deficit energetico dal 2000 ad oggi, consumando il 75 per cento in più di energia di quanta ne produceva solo cinque anni fa. I ricercatori si aspettano che questo “debito” di energia potrà essere pagato già nel 2015.

Se gli attuali tassi di crescita rapidi persistessero, entro il 2020 circa il 10 per cento dell’elettricità mondiale potrebbe essere prodotta da sistemi fotovoltaici e la produzione e l’installazione dei nuovi moduli fotovoltaici consumerebbe circa il 9 per cento dell’ energia elettrica globale. Tuttavia, se l’intensità energetica dei sistemi fotovoltaici continua a scendere al ritmo corrente, conclude il report, entro il 2020 sarà necessario meno del 2 per cento dell’elettricità globale per sostenere la crescita del settore.

FONTE:CASAeCLIMA

Tan Tien pensilina fotovoltaica per rendere la città sostenibile

6/4/2013

 
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Tutte le novità, in quanto portatrici di cambiamento, rischiano di creare fastidio e generare discussioni sul loro utilizzo: lo si nota per l’adozione di alcune fonti energetiche sostenibili come l’eolico, ma difficili da integrare nell’ambiente. Lo è anche, in parte, per le stazioni di ricarica elettriche da realizzare nelle città: sono brutte, si possono fare meglio… le motivazioni contro o a favore potrebbero essere tante ma, certamente, se invece la proposta è bella, con un design avvolgente e accattivante il compito è più facile. Come nel caso del progetto Tan Tien, la pensilina fotovoltaica che rende le aree di sosta ecocompatibili, dove la sostenibilità energetica e la mobilità elettrica si combinano con l’architettura e il design più innovativo per dar vita a una realizzazione che va verso lo sviluppo di una città ideale. Il prototipo di sistema ingegnerizzato, distribuito da Studio Ekó e alimentato interamente da inverter SMA, sarà esposto durante l’evento ddn Design Week, il progetto della casa editrice DDW Design Diffusion World, che si terrà dal 9 al 14 aprile presso gli spazi Mad Mecenate Area Design durante il Fuori Salone del Mobile a Milano.
Tan Tien è una pensilina fotovoltaica che vede tra i suoi punti di forza la versatilità d’utilizzo perché è in grado sia di ricaricare un’auto elettrica sia di produrre energia pulita per l’abitazione alla quale è collegata.
Inoltre, grazie al suo design tecnologico e personalizzabile nei colori e nei materiali, Tan Tien può essere installata in qualsiasi tipo di contesto, residenziale o industriale. La pensilina, progettata per essere utilizzata in ambienti esterni, è alimentata da un inverter SMA Sunny Tripower. I moduli sono stati forniti da Energiebau Italia, mentre il sistema di ricarica è prodotto da Scame. Il progetto dell’installazione è nato dalla partnership tra Studio Ekó, Sistemi Non Sistemi e Studio Arkit.


FONTE: greenplanner.it

Via Spiga la prima smart street italiana

4/4/2013

 
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Sarà Via della Spiga, strada della moda milanese per eccellenza, la prima smart street italiana. L'inaugurazione di Spiga Smart Street avverrà la sera del 9 aprile 2013 durante il Fuori Salone del Mobile quando gli ingressi principali della via si accenderanno con una scenografia luminosa di giochi di luce in movimento.
TECNOLOGIA. Il tutto sarà possibile grazie a un sistema di illuminazione intelligente e di connettività a banda larga, con luce urbana LED, che permetterà di risparmiare il 70% della bolletta energetica, ma anche di attivare delle stazioni urbane di ricarica elettrica (Renault è la partner automobilistica), colonnine SOS, video sorveglianza, hi-fi free, e infine (donato in via permanente da Samsung) un totem multimediale touch screen con connettività in fibra ottica.

SPONSOR. Promosso dall'Associazione Amici di via Della Spiga, dall’assessorato al Commercio del Comune di Milano, il progetto milanese ha come sponsor principali Fastweb, Cariboni Group, Samsung, Umpi e l'Istituto Italiano del Marchio di Qualità (IMQ). In particolar modo, UMPI ha realizzato la piattaforma che permette di trasformare la pre-esistente rete elettrica in una rete di comunicazione ad alta velocità, mentre Fastweb si è occupata del cablaggio in fibra ottica; la Cariboni ha sostituito i vecchi apparecchi di illuminazione con LED di nuova generazione.

RISPARMIO. Secondo gli studi delle aziende coinvolte, se questo sistema “integrato” fosse applicato all’intera città di Milano, e dunque rendendo smart i circa 200.000 punti luce esistenti sul territorio, si potrebbero risparmiare fino a 9.000.000 di Euro l’anno.

FONTE: CASAeCLIMA

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