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BigBelly, il cassonetto solare

28/3/2013

 
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I cassonetti per la raccolta dei rifiuti urbani diventano smart e amici dell’ambiente.
Dall’azienda italiana Eurven ecco BigBelly Solar, contenitore attivo-passivo dotato di un cervello funzionante ad energia solare.

Le celle posizionate sulla parte superiore alimentano un cervello elettronico che funziona via wireless, sia per attivare le operazioni meccaniche di compattamento, sia per rilevare il livello di riempimento dei contenitori.

Già, perchè BigBelly Solar raccoglie il materiale di scarto (suddiviso per tipologia), ma provvede anche a comprimerlo, aumentando il volume di stoccaggio di ciascun sacco posizionato al suo interno.
Un display informa sullo stato di riempimento del contenitore, così da evitare inutili costi di servizio e svuotamenti non necessari.
Centralizzata e gestita da remoto, la supervisione permette di ridurre fino ad una percentuale dell’80% le operazioni di ricambio affidate agli addetti.
Sprechi insomma ridotti al minimo con BigBelly Solar, per un sistema di raccolta della differenziata efficiente ed intelligente.

FONTE: tuttogreen.it


Parlamento Ue: via il mercurio dalle batterie

26/3/2013

 
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Il parlamento europeo ha dato il primo via libera alla progressiva eliminazione dal mercato dell'Unione europea delle pile al mercurio entro il 2014, mentre per le batterie nichel-cadmio il blocco dovrebbe partire l'anno successivo. Il testo, approvato a larga maggioranza dalla commissione Ambiente con 51 voti favorevoli, nessun voto contrario e un'astensione, passa ora al centro dei negoziati con la valutazione del Consiglio dell'Unione europea. Mentre le batterie al cadmio stanno naturalmente scomparendo dal mercato a favore di quelle al litio, attualmente le pile prive di mercurio rappresentano circa il 39% del mercato. Sono soddisfatti gli ambientalisti dell'European environmental bureau e dello Zero mercury working group che ora rivolgono un appello ai negoziatori di Consiglio e Europarlamento affinchè raggiungano un accordo nel piú breve tempo possibile. (s.f.)

FONTE: zeroemission.tv

Confermata detraibilità del fotovoltaico

18/3/2013

 
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L’Agenzia delle Entrate ha detto sì alla richiesta di includere gli impianti fotovoltaici nella normativa che regola le detrazioni fiscali (Art. 16-bis del DPR 917 del 1986). L’Agenzia delle Entrate conferma che anche gli impianti fotovoltaici rientrano nella categoria di “opere finalizzate al conseguimento di risparmi energetici”, infatti visto la perplessità della stessa nel ritenere gli impianti fotovoltaici finalizzati alla produzione di energia e non al conseguimento di un risparmio energetico è stato acquisito il parere del MISE, che hanno richimato il d.lgs. 192/05 e la direttiva 2012/31/UE in cui brevemente si stabilisce che maggiore è la quoa di fonte rinnovabile minore è l'indice prestazione energetica dell'abitazione (energia primaria consumata per mq anno) e dunque migliore è la classe energetica, ed in base a tale principio tutti gli impianti a fonte rinnovabili ed anche il fotovoltaico sono equiparati alla realizzazione di interventi di risparmio energetico, in quanto riducono i consumi da carburanti fossili.
Secondo il seguente modello la percentuale di detrazione fiscale per gli impianti fotovoltaici è pari al 50% per impianti installati dal 26 giugno 2012 al 30 Giugno 2013, con un limite di spesa pari a 96.000€;La percentuale di detrazione fiscale per gli impianti fotovoltaici è pari al 36% per impianti installati dal 1 luglio 2013, con un limite di spesa pari a 48.000€.
Tali detrazioni non sono cumulabili con il Conto Energia e possono essere combinate con lo scambio sul posto e il ritiro dedicato; ed in questo caso l’Agenzia delle Entrate sottolinea che per poter beneficiare della detrazione in oggetto è necessario che l’impianto fotovoltaico sia installato principalmente per soddisfare i bisogni energetici dell’abitazione, in quanto esclude gli impianti che siano fonte di reddito di impresa e che la cessione dell'energia in eccesso si configuri esercizio di attività commerciale.
L’accesso alla detrazione fiscale non prevederà, da parte del contribuente, la presentazione di documentazione/certificazione aggiuntiva che attesti il risparmio energetico dell’impianto a fonte rinnovabile, in quanto già di per sé il fotovoltaico porta un miglioramento della prestazione energetica dell’edificio.

FONTE: dailyenmoveme.com

I fusti per gli oli sono i rifiuti in acciaio più riciclati 

17/3/2013

 
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Gli imballaggi metallici piú riciclati in Italia sono i fusti industriali impiegati per contenere oli, vernici, prodotti chimici e alimentari. Se nel corso di un anno viene riciclato il 76% dell'acciaio, risultato che colloca l'Italia fra i migliori Paesi in Europa, la percentuale sale addirittura al 90% se si restringe il campo ai soli contenitori industriali. Dai fusti industriali sono state recuperate 84.000 tonnellate di acciaio che equivalgono al peso di dodici Tour Eiffel o di 2.100 vagoni Frecciarossa e a ciò si aggiungono anche 9.000 tonnellate di fusti industriali rigenerati. Grazie alle 84.000 tonnellate di acciaio recuperato dai fusti industriali si è ottenuto un risparmio diretto di 159.600 tonnellate di minerali di ferro, di 50.400 tonnellate di carbone, oltre che di 1.352 terajoule di energia e di 150.360 tonnellate di CO2, equivalenti a 8.400.000 alberi che crescono ogni anno nella foresta pluviale. Sono i dati forniti da Ricrea, il consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio, che si occupa di trattare questo materiale trasformando i rifiuti in materia prima pronta per essere rifusa nelle acciaierie e fonderie. Gli imballaggi in acciaio vengono inoltre sottoposti a operazioni preliminari di selezione con sistemi magnetici, a cui fanno seguito operazioni di pulitura, frantumazione ed eliminazione dello stagno. L'acciaio recuperato viene quindi nuovamente fuso in prodotti siderurgici che possono essere utilizzati dalle aziende trasformatrici per ottenere nuovi prodotti. Per quanto riguarda i fusti, questi possono essere sottoposti a operazioni per il recupero della forma, pulizia, verifica della tenuta e delle superfici interne, spazzolatura esterna e verniciatura. I fusti che nel processo di bonifica si rivelano eccessivamente danneggiati per essere recuperati sono avviati al riciclo. L'acciaio può essere riciclato al 100% un numero illimitato di volte senza perdere in alcun modo le proprie qualitá.

FONTE: zeroemission.tv

Brindisi, la Procura sequestra e stacca l'energia a quattro impianti fotovoltaici

15/3/2013

 
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Acquistare un terreno, realizzare tanti impianti per ogni megawatt di potenza (invece di un solo unico progetto) presentando varie Dia e bypassare così la complessa procedura di Autorizzazione unica regionale: è lo stratagemma (illegale) degli imprenditori del solare, che oggi si scontrano contro il pugno duro dei magistrati.


La magistratura stacca la spina a quattro impianti fotovoltaici ritenuti ‘pirata’. Non è una metafora. E’ la nuova strategia che la Procura di Brindisi ha deciso di adottare per tagliare i viveri alle società energetiche italiane e internazionali, che sembrano essersi date appuntamento tutte nelle campagne del nord Salento, il far west delle centrali del sole. La disconnessione dalla rete elettrica è conseguenza del sequestro preventivo, disposto con decreto dal gip Giuseppe Licci ed eseguito in tarda mattinata a San Pietro Vernotico. I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce, al comando del maggiore Nicola Candido, hanno apposto i sigilli ad un parco fotovoltaico esteso su cinque ettari. O, meglio, ai quattro impianti in uno realizzati in contrada Marciaddare. Stando al risultato delle indagini, condotte dai militari con la supervisione del procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi, la distesa di silicio è figlia di quattro progetti fotocopia, vale a dire di quattro Dichiarazioni di inizio attività identiche nella forma, nel contenuto, nella stesura, nei caratteri e, persino, nel testo ed impaginazione. Tramite queste semplici richieste, depositate in Comune, è stato possibile costruire le centrali, che, secondo gli accertamenti predisposti dalla magistratura, appartengono formalmente a quattro diverse società, riconducibili, però, ad un unico gruppo imprenditoriale veneto. Non sarebbe un caso il fatto che la ditta esecutrice dei lavori sia stata la stessa e che i pannelli siano stati impiantati su un terreno appartenente, originariamente, ad un unico proprietario, che ha ceduto quattro distinti diritti di superficie.Il reato contestato è di lottizzazione abusiva, oltre che di falso in atto pubblico. E questo perché sarebbe stata predisposta una trasformazione urbanistica ed edilizia in violazione degli strumenti urbanistici vigenti, ma anche perché si sarebbe attestato che sull’area non ci fossero vincoli paesaggistici, invece presenti. Undici persone sono state denunciate. Tra loro, i legali rappresentanti e i consiglieri di amministrazione delle quattro società titolari degli impianti, la Xp2 srl, la Ergon srl, la Verde Energia srl ed Energia Amica srl. Al vaglio dell’autorità giudiziaria anche la posizione di tecnici progettisti e direttori dei lavori.

Il frazionamento dei progetti è l’artificio, in Puglia ormai più che rodato, a cui si fa ricorso per eludere le normative di settore, nazionali e regionali. E’ lo stratagemma attraverso il quale si può bypassare la lunga e complessa procedura di Autorizzazione unica regionale, iter burocratico che a volte si esaurisce dopo anni, richiede l’acquisizione di decine di pareri di enti diversi ed è centralizzato nelle mani della Regione. La scorciatoia di una semplice Dia, da presentare ai comuni, è spesso diventata, dunque, la strada maestra per parchi inferiori a 1Mw di potenza. Favorita, tra l’altro, da una normativa regionale per lungo tempo a maglie molto larghe, in grado di calamitare qui i maggiori investitori del sole. L’impatto sul territorio è nei fatti. Centinaia di mini centrali sono sorte in zone agricole vergini. Si concentrano soprattutto sui campi lungo i quali corrono i tralicci che, partendo dalla centrale Enel di Cerano, smistano l’energia al resto del Paese. Un modo per risparmiare gli allacci, costosissimi, alla rete elettrica. I terreni sono andati a ruba e Brindisi, assieme a Lecce, è diventata, nel giro di pochi anni, la provincia italiana con il maggior numero di progetti attivi. Senza ottenere, in cambio, una riduzione del carbone bruciato nella vicinissima Federico II.

Adesso, però, evidentemente, si è giunti al capolinea. Assieme ai sequestri, fioccano i blocchi della produzione di energia. Finora, dopo e nonostante i sigilli, gli impianti hanno sempre continuato a vendere elettricità, incassando gli incentivi pubblici. Nessun danno economico, dunque. Le irregolarità, però, rimanevano al territorio. Da poco più di un mese, invece, è il pugno duro. Quello di San Pietro Vernotico, che ha un valore di 25milioni di euro, è l’ottavo impianto a cui si recide il collegamento alla rete, dopo sette parchi a San Donaci e uno a Mesagne.

FONTE: ilfattoquotidiano.it

Con led regolabili aumenta la sicurezza urbana

14/3/2013

 
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Risparmio energetico, minor inquinamento luminoso e maggiore durata sono alcuni dei vantaggi più noti che l'illuminazione pubblica a LED comporta. IL CASO DI CHATTANOOGA. Un esempio di come concretamente i lampioni a LED possano migliorare la qualità della vita urbana giunge ora da Chattanooga, quarta città più grande del Tennessee, negli Stati Uniti d'America. Fino a qualche mese fa Chattanooga era interessata da un alto tasso di criminalità, in particolare nell'area circostante Coolidge Park, uno dei parchi più importanti del centro, dove spesso scoppiavano risse tra gang, tanto da aver fatto scattare il divieto di ingresso ai minorenni non accompagnati.

ILLUMINAZIONE PUBBLICA IN MODALITÀ WIRELESS. Ad intervenire, in questa occasione, è stata la società locale Global Green Lighting, la quale si è proposta per lanciare un nuovo sistema pilota di illuminazione pubblica in modalità wireless alimentata con bulbi LED. Convinta l'amministrazione, con la promessa di un sistema capace di abbattere anche i tassi di criminalità (oltre ad abbassare le spese pubbliche), GGL ha avviato l'opera di sostituzione dei lampioni, a partire dall'installazione di 350 lampadine nei pressi di Coolidge Park.

27.000 LUCI LED. Risultato, la criminalità è notevolmente diminuita. "Siamo passati dall'avere un esodo dal parco ogni volta che veniva sera a una situazione in cui gli eventi sportivi e gli incontri sociali vengono organizzati al parco dalle 11 di sera in avanti", dichiara Don Lepard, amministratore della Global Green Lighting, che dopo la fase iniziale di test è stata incaricata di installare un totale di 27.000 luci in tutta la città.

LUCI REGOLABILI A SECONDA DELLE CONDIZIONI METEO. Ma quali sono i vantaggi dei nuovi lampioni a LED, oltre a quelli già elencati? I nuovi apparecchi, spiega Don Lepard, sono dotati di radio senza fili. Grazie alla tecnologia chiamata Sensus FlexNet, i funzionari e i poliziotti possono quindi monitorare tutte le luci della città da una singola postazione, 24 ore su 24. Ciò significa che la città di Chattanooga è in grado di aumentare o diminuire il grado di illuminazione a seconda delle condizioni meteo e senza basarsi su un ciclo standardizzato on-off, molto dispendioso e poco flessibile. Lati positivi anche dal punto di vista della sicurezza, come abbiamo visto un aspetto fondamentale per la città di Chattanooga: i nuovi lampioni sono stati progettati per lampeggiare con segnali di allarme nelle situazioni di emergenza, ragione per cui molti quartieri prima considerati pericolosi risultano ora tranquillamente percorribili anche durante le ore di buio. RISPARMIO SULLE SPESE PUBBLICHE. Non in ultimo, l'aspetto economico. Grazie al nuovo sistema di illuminazione intelligente, la città prevede di risparmiare fino a 2,7 milioni di dollari all'anno in costi energetici e di manutenzione.

FONTE: CASAeCLIMA

Incentivi auto: come ottenere lo sconto per acquisto di eco-veicoli

14/3/2013

 
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Al via dal 14 marzo gli incentivi per l’acquisto di veicoli ecologici - agevolazione previste per il triennio 2013-2015 - destinati ad uso aziendale o pubblico. Gli aiuti sono rivolti anche ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione purché utilizzino il veicolo esclusivamente come bene strumentale nella propria attività.

Lo sconto sull’acquisto è riconosciuto a condizione che venga rottamato un veicolo più vecchio di dieci anni.

Per il 2013 le risorse disponibili ammontano a 40 milioni di euro. I veicoli finanziabili sono quelli elettrici, ibridi, a GPL, metano, biometano, biocombustibili o idrogeno, che producono emissioni di anidride carbonica allo scarico non superiori a 120 g/km.

Le imprese possono beneficiare degli incentivi non solo se i veicoli acquistati vengono utilizzati per l’attività d’impresa ma anche se sono destinati all’uso di terzi (ossia veicoli utilizzati dietro corrispettivo): locazione senza conducente, servizio di noleggio con conducente, servizio taxi, servizio di linea di trasporto di persone, servizio di trasporto cose per conto terzi, servizio di linea per il trasporto di cose, servizio di piazza per il trasporto di cose per conto terzi.

Al momento dell’acquisto, è necessario consegnare al venditore - per la rottamazione - un veicolo della stessa categoria di quello acquistato e immatricolato almeno dieci anni prima del nuovo.

Il contributo 2013 è pari al 20% del prezzo con un importo massimo di:

  • euro 5.000 per veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 50 g/km;
  • euro 4.000 per veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 95 g/km;
  • euro 2.000 per veicoli con emissioni di CO2 non superiori a 120 g/km.

L’impresa che sceglie di acquistare un eco-veicolo dovrà rivolgersi ad un venditore che, dopo aver pattuito il prezzo finale, accederà alla piattaforma di prenotazione disponibile al sito www.bec.mise.gov.it e inserirà i dati del veicolo e dell’acquirente per verificare la disponibilità delle risorse.
Entro 90 giorni dalla prenotazione il concessionario dovrà consegnare il veicolo nuovo all’acquirente, indicando sulla piattaforma il numero di targa e caricando la relativa documentazione.
Entro 15 giorni dalla consegna del veicolo nuovo dovrà consegnare il veicolo usato ad un demolitore e provvedere alla richiesta di radiazione per demolizione allo sportello telematico dell’automobilista.

FONTE: PMI.it

Cento anni di plastica: il suo impatto sull'ambiente

13/3/2013

 
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In cento anni la plastica è divenuta un materiale indispensabile nella progettazione e nella produzione di beni di consumo di massa. Dal 1950 al 2008, in soli cinquanta anni, la produzione mondiale di plastica è passata da un milione e mezzo a 245 milioni di tonnellate annue, seguendo un andamento che si arresta. L'ambiente marino è particolarmente vulnerabile ai rifiuti di plastica: l'80% degli enormi agglomerati di rifiuti che galleggiano sull'oceano Atlantico e Pacifico è costituito da plastica e a farne le spese sono le specie marine. La plastica convenzionale contiene peraltro svariati additivi chimici, talvolta in grandi quantitá, che possono essere cancerogeni, provocare altre reazioni tossiche o perturbare il sistema endocrino e per questo la Commissione europea pubblica il nuovo 'Libro verde' allo scopo di lanciare una discussione articolata su come rendere piú sostenibili i prodotti di plastica nell'intero ciclo di vita e ridurre l'impatto dei rifiuti di plastica sull'ambiente.

"I rifiuti di plastica e la loro gestione rappresentano una grande sfida per la tutela dell'ambiente, ma sono anche una formidabile occasione per rendere piú efficienti le nostre risorse - dichiara Janez Potočnik, Commissario per l'Ambiente - In un'economia circolare, in cui piú si ricicla piú si sopperisce alla scarsitá delle materie prime, sono convinto che la plastica abbia un futuro. Invito tutti gli interessati a partecipare a questo processo di riflessione su come trasformare la plastica da problema a parte della soluzione". In piú, la plastica si ricicla poco. Metá di tutti i rifiuti di plastica generati in Europa finisce in discarica, pratica che dovrebbe invece evitarsi perchè la plastica, contenendo talvolta sostanze pericolose, può rilasciare sia emissioni nocive sia residui concentrati e inquinanti.

Il 'Libro verde' evidenzia l'importanza della plastica in molti processi e applicazioni industriali e i benefici economici che potrebbero derivare da tassi di riciclaggio piú alti. Con l'aumento della popolazione mondiale e il concomitante assottigliarsi delle risorse naturali, riciclare la plastica si porrá come alternativa allo sfruttamento delle risorse primarie. Per accelerare questo cambiamento occorre sostenere la progettazione ecocompatibile e l'innovazione ambientale migliorando il contesto normativo entro cui si inquadrano, ad esempio facendo in modo che nella progettazione dei prodotti di plastica siano contemplati gli aspetti della prevenzione e del riciclaggio dei rifiuti. La legislazione UE vigente in materia di rifiuti non contiene norme specifiche che regolino i problemi particolari posti dai rifiuti di plastica: gli Stati membri sono sì tenuti a privilegiare la prevenzione e il riciclaggio rispetto ad altri metodi di smaltimento, e ciò per tutti i flussi di rifiuti indicati nella direttiva quadro sui rifiuti, ma è chiaro che questo approccio non è sufficiente.

FONTE: zeroemission.tv

Rapporto ONRE: crescono i Comuni virtuosi

9/3/2013

 
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(Rinnovabili.it) – Finalmente è il virtuosismo a caratterizzare l’attività di alcuni Comuni italiani. Sono infatti 1.003 i Municipi che quest’anno hanno modificato i propri regolamenti edilizi introducendo obiettivi di efficienza energetica ed ambientale, per migliorare le prestazioni degli edifici superando la normativa vigente. E’ il rapporto ONRE, l’Osservatorio Nazionale sui Regolamenti Edilizi, realizzato dalla collaborazione tra Cresme e Legambiente, a restituirci la fotografia dello stato dell’arte del panorama edilizio italiano e dei relativi provvedimenti nazionali e regionali in materia di innovazione energetica ed ambientale. Presentato oggi a Milano, il Rapporto è giunto alla sua quinta edizione, registrando nel corso degli anni un positivo e costante aumento delle attenzioni riservate ai temi dell’efficienza. Oltre a registrare un netto aumento del numero di regolamenti sostenibili rispetto agli anni passati (il 42,3% in più rispetto al 2010 e l’80% rispetto al 2009), il rapporto ha permesso di rilevare anche un aumento dei temi affrontati tra i quali l’isolamento termico, i tetti verdi, l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’efficienza energetica degli impianti, l’orientamento e la schermatura degli edifici, i materiali da costruzioni locali e riciclabili, il risparmio idrico e il recupero delle acque meteoriche e delle acque grigie, l’isolamento acustico, la permeabilità dei suoli e l’effetto isola di calore, le prestazioni dei serramenti, la contabilizzazione del calore, la certificazione energetica, le pompe di calore e le caldaie a condensazione, la ventilazione meccanica controllata.
I COMUNI VIRTUOSI Nonostante il numero sia in aumento, i Comuni virtuosi tendono ancora oggi a concentrarsi nelle aree del centro nord, dove è la provincia di Milano a guidare la classifica (con 318 Comuni), seguita da Toscana (133) ed Emilia-Romagna (con 127). Quest’ultima in particolare, ha deciso di anticipare l’obbligo di sviluppo delle energie rinnovabili previsto dal Decreto 28/2011 inglobandone una percentuale nella produzione del fabbisogno per riscaldamento, raffrescamento ed elettricità. Le Province autonome di Trento e Bolzano rappresentano anche in questo caso un’eccellenza, avendo esteso l’obbligo di costruire edifici a bassi consumo (almeno Classe B) a tutte le nuove costruzioni. Con l’entrata in vigore della Direttiva europea 2010/31/UE circa un anno fa, l’importanza dell’efficientamento del parco edilizio, è diventato un obiettivo fondamentale e prioritario per tutti gli STati membri dell’UE. Partendo da questi presupposti, il Rapporto ONRE, si rivela essere un elemento d’indagine di grande importanza strategica, indispensabile per fare i punto della situazione a livello nazionale.

Come anticipato, i temi e gli interventi indagati dal Rapporto sono numerosi:

  • Isolamento termico, indagato da almeno un Comune per Regione, con un totale di 781 regolamenti edilizi che prevedono il rispetto di precisi parametri di riferimento;
  • Tetti verdi, anche se ancora poco diffusa la pratica del verde pensile riguarda oggi 328 Comuni, che promuovono e incentivano la realizzazione di coperture verdi per migliorare l’isolamento termico delle costruzioni;
  • Serramenti, assieme alla coibentazione dell’involucro questi elementi sono fondamentali per garantire il raggiungimento dell’adeguato benessere termico indoor, con 439 regolamenti edilizi che ne prevedono specifici parametri di tras,ittanza ed incentivazione.
  • Isolamento acustico, sono 220 i Comuni che prevedono un limite preciso alle emissioni acustiche, ai quali si aggiungono altre 45 municipalità dove il raggiungimento di determinati livelli è addirittura incentivato;
  • Schermature e orientamento, in 324 regolamenti edilizi il particolare orientamento e l’ombreggiatura delle pareti vetrate è obbligatoria, mentre sono in totale 457 i Comuni che ne affrontano comunque l’argomento a livello legislativo regionale;
  • Permeabilità dei suoli ed effetto isola di calore, punto fondamentale per impedire il surriscaldamento delle aree urbane e fenomeni di allagamento. Sono 212 i Comuno che hanno inserito questi due obiettivi nei loro regolamenti, diminuendo di conseguenza anche le esigenze di raffrescamento estivo;
  • Materiali da costruzione locali e riciclabili, 446 sono i Comuni i cui regolamenti edilizi prendono in considerazione l’origine dei materiali e l’energia impiegata per la loro produzione. In 50 vengono proposti incentivi per realizzare edifici con materiali naturali e riciclati;
  • Utilizzo fonti rinnovabili, questo punto potrebbe essere considerato ormai il cavallo di battaglia di tutti i Regolamenti edilizi, tra i quali ben 856 prevedono l’installazione di pannelli solari e fotovoltaici;
  • Risparmio idrico, sono 570 i Comuni che inseriscono questo tema nei propri Regolamenti Edilizi, di cui 505 prevedono l’obbligo, 15 incentivi ed i restanti 50 fanno semplice promozione;
  • Recupero acque meteoriche,  nonostante possa sembrare meno rilevante, il tema del recupero delle acque meteoriche per l’irrigazione delle aree verdi è affrontato da 556 Comuni, in 449 di questi è un requisito obbligatorio
  • Recupero acque grigie, questo tema è presente in 199 Regolamenti ed in 39 se ne fa un requisito cogente sia nel caso di nuova costruzione sia in quello di ristrutturazioni importanti;
  • Pompe di calore e caldaie a condensazione, sono 22 i Comuni in cui si obbliga l’installazione di pompe di calore (in alternativa alle fonti rinnovabili) in 165 si fa promozione, mentre in 17 Comuni sono previsti incentivi;
  • Contabilizzazione individuale del calore, sono 251 i Comuni che si occupano della contabilizzazione individuale del calore con impianto centralizzato di produzione. Tra questi, sono 208 quelli che ne fanno un requisito cogente per i nuovi edifici o in caso di nuova installazione del sistema di produzione di calore;
  • Ventilazione meccanica, l’adozione di sistemi di ventilazione meccanica controllata è prevista in 345 Comuni. L’obbligo è presente in 105 Regolamenti Edilizi, mentre in 30 casi il requisito è incentivato;
  • Teleriscaldamento, in 200 Comuni viene espressamente richiesto nei Regolamenti Edilizi di utilizzare la rete di teleriscaldamento qualora presente ad una distanza inferiore ai 1.000 metri. In 9 Comuni sono previsti incentivi;
  • Certificazione energetica: 441 Comuni sottolineano nel proprio Regolamento l’obbligatorietà della certificazione energetica per gli edifici. Sono 38 quelli che prescrivono per i nuovi edifici e le ristrutturazioni l’obbligo di raggiungere almeno la classe B. Sono in tutto 84 i Comuni che incentivano poi i “salti” di classe energetica, ossia il passaggio delle prestazioni energetico-ambientali degli edifici da una classe più bassa ad una più efficiente

FONTE: rinnovabili.it

In Franciacorta la viticoltura è sostenibile

7/3/2013

 
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Un modello virtuoso di monitoraggio dell'attività di vitivinicoltura può contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Lo ha dimostrato un progetto altamente innovativo, unico del genere in Italia, sperimentato sulle viticolture aderenti al Consorzio Franciacorta, capofila del progetto.

Si tratta del modello di calcolo delle emissioni Ita.Ca, acronimo di Italian wine carbon calculator, un progetto guidato dal Consorzio Franciacorta, che l'ha sperimentato proprio all'interno delle coltivazioni tutelate dal suo circuito. “Dai dati emersi possiamo dire che la vitivinicoltura nel suo insieme contribuisce a ridurre l’impatto sull’ambiente provocato da numerose attività produttive, in termini di emissioni di gas serra”, ha affermato Maurizio Zanella, Presidente del Consorzio, alla presentazione dei dati del progetto. Insieme a lui, hanno presentato il progetto anche i ricercatori dello studio Sata studio agronomico e di D.I.S.A.A. - Università di Milano, autori del modello Ita.Ca, e i ricercatori Andrea Pitacco dell’Università degli Studio di Padova e Angelo Cichelli dell’Università d’Annunzio Chieti-Pescara.

Obiettivo del programma Ita.Ca è realizzare un “bilancio” che tenga conto anche dei valori di “sequestro”, ovvero l’effetto virtuoso della fotosintesi di un contesto viticolo che sottrae l’anidride carbonica dall’atmosfera per fissarla nella Sostanza Organica al suolo e nelle strutture legnose permanenti. Più carbonio viene bloccato permanentemente nel suolo sotto forma di sostanza organica (sequestrato), meno ne rimane in atmosfera sotto forma dei principali gas ad effetto serra.

Il lavoro degli agronomi Sata ha preso in esame anche la valutazione dei consumi idrici che, pur non avendo relazioni con le emissioni di gas a effetto serra (Ghg), rappresentano un fondamento della sostenibilità. Un altro indice, a carattere parziale, è quello delle quantità di energia elettrica impiegata nel complesso per giungere a una bottiglia immessa al consumo. “Interessante sottolineare che le rilevazioni hanno evidenziato, per la Franciacorta, un apporto di energia da fotovoltaico pari al 7% del fabbisogno energetico complessivo”, spiega Pierluigi Donna, dello Studio Sata.

Le indagini hanno rilevato che i modelli viticoli franciacortini possono immobilizzare almeno 15 tonnellate per ettaro di Co2 all’anno. “Considerando la media delle emissioni è possibile stimare”, continua Donna, “per la Franciacorta, un credito di quasi 12 tonnellate/ettaro per anno relativi alla sola attività di campo. In considerazione delle attività di cantina e dell’interazione con quelle della viticoltura, all’inizio del 2011 con le aziende e il Consorzio Franciacorta abbiamo fissato come obiettivo minimo raggiungibile nel primo quinquennio una riduzione di emissioni pari a 1200 tonnellate di Co2 equivalenti”.

“A oggi – ha concluso Donna - possiamo affermare che il territorio ha intrapreso un percorso virtuoso di attenzione e impegno testimoniati da un netto miglioramento del proprio bilancio globale, pari a un contenimento di emissione pari a quasi 3.000 tonnellate di Co2, sulle aziende monitorate, che salirebbero a oltre 5.000 proiettando il dato su tutta l’area franciacortina. Si tratterebbe del recupero stimabile dall’attività di un’area verde per oltre 300 ettari sulle aziende monitorate e fino a quasi 700 con la proiezione sull’intera Docg”.

FONTE: tecnici.it

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