topenergy
  • Home
    • Mission
  • Energia Fotovoltaica
    • Fotovoltaico in rete >
      • Alcuni impianti (esperienza azienda) e altro
    • Fotovoltaico isolato >
      • Applicazioni
    • Fotovoltaico stand alone anti black-out
  • Carrello fotovoltaico
  • Energia Termica
    • Biomassa >
      • Impianti ed incentivi
      • Caldaie HERZ a fiamma inversa >
        • Caldaia a legna firestar HERZ 15-40
    • Solare termico >
      • Impianti ed Incentivi
      • Schema impianto
      • Collettore solare piano
      • Bollitore solare
      • Business Plan
    • Pompe di calore >
      • Impianti ed incentivi
      • Schema impianto in riscaldamento
      • Schema impianto in raffrescamento
      • Pompe di calore aria-acqua
    • Scaldabagno a pompa di calore
  • Contatti

Le microgrids sono la risposta per una gestione corretta dei fabbisogni energetici 

28/2/2013

 
Immagine
Riducendo al minimo le perdite di energia, le micro reti riescono a gestire meglio il rapporto fra domanda e offerta. A beneficio di tutte le grandi realtà, come campus e comunità di ogni genere, che sempre più insoddisfatte dalla “distribuzione tradizionale” si stanno muovendo in questa direzione. Il quadro è stato tracciato da un recente studio di Pike Research secondo cui il mercato delle microgrids arriverà a quota 12,2 mld di dollari nel 2018.

MICROGRIDS COME ACCELETORE PER L'USO DI FONTI RINNOVABILI.
“Le microgrids rappresentano un tassello fondamentale nello sviluppo di un sistema di rete intelligente, progettato per soddisfare tanto i produttori e consumatori di energia quanto i servizi di distribuzione” spiega il senior analist Peter Asmus "E costituiscono un acceleratore importante per le tecnologie di generazione di energia distribuita, in particolare per quelle che sfruttano le fonti rinnovabili”

ANALISI DI MERCATO E DELLE TECNOLOGIE, EMERGENTI E NON. Fra queste tecnologie, riporta lo studio, alcune sono ancora immature, come i sistemi di controllo, altre, come il fotovoltaico, hanno un mercato forte a livello mondiale e altre ancora hanno un potenziale destinato a svilupparsi enormemente nel corso di questi anni. Come gli inverter utilizzati in impianti ad isola (ovvero, in modalità stand alone), la cogenerazione, le celle a combustibile e lo stoccaggio energetico. Il rapporto fornisce inoltre un'analisi dettagliata delle tecnologie necessarie per creare una microgrid, specificandone alcune caratteristiche intrinseche (come la connessione alla rete o remoto e l'utilizzo di corrente alternata o continua) e di mercato. A cui si aggiungono analisi swor, profili dei principali soggetti di questo settore emergente e previsioni di crescita al 2018.

FONTE: CASAeCLIMA

Fotovoltaico: il Sud d'Italia raggiunge la grid parity

26/2/2013

 
Immagine
(Rinnovabili.it) – Il fotovoltaico ha già raggiunto la grid parity nel mezzogiorno italiano. Lo spiega la nuova analisi della Deutsche Bank rivelando quelle che sono le previsioni di crescita del mercato solare internazionale per il 2013 e 2014. Nel nuovo documento d’analisi l’istituto bancario rivede al rialzo la sua previsione per la domanda mondiale di energia solare al 2013, aggiungendo un più 20% di aumento annuo (pari a più 30 GW di nuova capacità), sotto le pressioni della richiesta crescente dei grandi mercati come India, Stati Uniti, Cina, Germania e Italia. E in un panorama generale di transizione verso sistemi di incentivazione della tecnologia fotovoltaica sempre più sostenibili, l’Italia si conquista un ragguardevole primato: con i prezzi di sistema tra i 1.500 e i 2.000 al kW, lo scambio sul posto per impianti inferiori a 200 kW e programmi “avanzati” per progetti senza sussidi nel sud del paese, l’Italia sembra aver raggiunto la grid parity, ossia il punto in cui l’energia elettrica prodotta a partire dal sole ha lo stesso prezzo dell’energia tradizionale prodotta tramite fonti fossili.

“Supponendo che le piccole imprese commerciali siano in grado di raggiungere il 50% o più di auto-consumo, l’energia solare risulta competitiva con la rete in molte parti d’Italia”. In realtà il primato della “grid parity” va condiviso con l’India che nonostante l’alto costo del capitale pari a circa il 10-12% può contare oggi sulla adeguata competitività e grazie alla presenza di programmi statali e alla Renewable purchase si aspetta di veder istallati quest’anno altri 1- 2 GW.


Guida alle lampade a Led per la casa

26/2/2013

 
Immagine
Ecco la guida alle Lampade a Led per la casa: la scommessa dei Led si direbbe ormai vinta. Durano di più, consumano meno, sono resistenti (ad urti e colpi) e soprattutto hanno un impatto ambientale minore. Stiamo parlando delle lampadine a Led per la casa, ultima frontiera della illuminazione ecologica in mabito domestico.

Le aziende  leader del mercato assicurano un forte risparmio energetico a casa infatti:

  • le più recenti lampadine a Led producono solo 60 lumen (mentre una lampadina ad incandescenza tradizionale da 40 watt equivale  a 490 lumen) per un consumo di soli 3,4 watt/ora.
  • la luminosità del sistema a Led scende del 3% dopo le prime 3.000 ore d’illuminazione, per restare poi costante fino alle 100.000 ore (che peraltro corrispondono a 11 anni di utilizzo 24 su 24), dopo di che si ha una caduta del 70%.
  • il Led è freddo, ossia riscalda poco. Al massimo raggiunge i 40° sulla parte esterna, in questo modo garantisce l’ottimizzazione dell’efficienza con meno energia dispersa e quindi minor energia utilizzata.
L’estrema versatilità delle lampadine a Led contribuirà all’estinzione delle lampadine a incandescenza, come peraltro già una direttiva dell’Unione Europea impone. A livello anche di estetica ed arredamento di interni, le lampadine a Led permettono differenti tonalità: luce bianca calda o fredda, e una vasta gamma di colori (rosso, blu, verde, giallo).

Tutto perfetto? A parte i costi ancora decisamente alti, i consumatori più esigenti lamentano una potenza minore quando si tratta di illuminare un’intera casa ma la velocità dell’innovazione tecnologica permetterà a breve soluzioni ottimali, ne siamo convinti.

Negli Stati Uniti le lampadine a Led sono usate anche in ambito urbano: in North Carolina, ad esempio, nella città di Raleigh sull’illuminazione a Led ci scommette anche il sindaco, che sta investendo pesantemente: partirà a breve un test per introdurre la tecnologia in varie strutture cittadine come i parcheggi, con l’obiettivo di ridurre  i consumi energetici ed i costi di manutenzione, aumentando la qualità dell’illuminazione.

Insomma, con l’arrivo dei Led la vecchia e cara lampadina ad incandescenza con la sua calda luce gialla rimarrà un ricordo dei più anziani, come i lampioni a gas della fine dell”800 lo erano per i nostri nonni!

FONTE: tuttogreen.it

L'allarme dell'Olanda: migliaia di moduli solari a rischio incendio

22/2/2013

 
Immagine
(Rinnovabili.it) – Problemi in vista per alcuni tetti solari d’Europa. Secondo quanto segnalato dall’Autorità olandese per la sicurezza sui prodotti alimentari e di consumo (Nvwa), centinaia di migliaia di moduli fotovoltaici venduti nel Vecchio Continente sono ad alto rischio d’incendio. Sotto il mirino dell’Authority sono finiti i pannelli “Multisol” della Scheuten Solar Systems, un’azienda attualmente in bancarotta, a causa di un difetto di fabbricazione. Con già 15 casi di impianti andati a fuoco in tutta Europa, l’Ente di regolamentazione dei Paesi Bassi ha deciso in una nota stampa di comunicare tempestivamente il problema che oggi potrebbe mettere a rischio i 15mila moduli venduti in Olanda e gli oltre 650mila all’interno dei confini comunitari. “Questi pannelli solari hanno una connessione elettrica difettosa che costituisce un rischio di incendio”, ha spiegato l’Autorità. “Alle persone che possiedono questi prodotti pericolosi sul tetto si consiglia di scollegarli in modo sicuro”. Il problema è con il collegamento tra il pannello e una scatola di giunzione sul retro che potrebbe provocare una scarica elettrica, danneggiare la scatola e facendogli prendere fuoco. “Le scintille potrebbe divampare sul tetto e causare un incendio”, ha aggiunto l’Nvwa. Il rischio può essere neutralizzato da riparando o sostituendo la scatola di giunzione anche se l’autorità ha avvertito che “attualmente non c’è un modo efficace di risolverlo”, e ha esortato gli utenti a farsi scollegare i moduli da tecnici professionisti.

FONTE: rinnovabili.it

Certificazione energetica: le nuove regole

22/2/2013

 
Immagine
Via libera alle nuove regole per la certificazione energetica, con nuovi criteri di accreditamento per certificatori e  impianti termici e per il rilascio dell’Attestato di Certificazione Energetica (ACE). Si introducono anche semplificazioni, come l’abolizione dei controlli annuali sugli impianti sotto i 100 Kw.

Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato la bozza di Regolamento sia relativamente ai certificatori energetici che alle operazioni di manutenzione e controllo negli impianti di climatizzazione invernale ed estiva negli edifici.

L’Italia si mette così in regola con la Direttiva 2002/91/CE, in merito alla quale l’UE aveva aperto una procedura di infrazione.
Secondo il nuovo Regolamento, la certificazione energetica potrà essere rilasciata da tecnici abilitati laureati in architettura, ingegneria, agraria o scienze forestali, o in possesso di diploma di perito industriale, geometra o perito agrario. Potranno altresì rilasciare la certificazione energetica enti pubblici o organismi di diritto pubblico accreditati che effettuano ispezioni nel settore edile e sugli impianti e le società di servizi energetica (ESCo).

Prima di ottenere l’abilitazione come tecnici certificatori, sarà necessario frequentare specifici corsi di formazione tenuti a livello nazionale da Università, Enti di ricerca, Ordini e Collegi professionali e a livello regionale dalle Regioni e Province autonome e da altri soggetti autorizzati dalle Regioni, per un minimo di 64 ore.

L’Attestato di Certificazione Energetica (ACE) è un atto pubblico di cui il tecnico certificatore si assume  la responsabilità diretta ai sensi dell’articolo 481 del codice penale “Falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità”. Il tecnico deve inoltre assicurare l’assenza di conflitto di interessi con le figure coinvolte nella costruzione e/o ristrutturazione dell’edificio da certificare.

FONTE: PMI.it

Monti incontra i costruttori edili e propone la proroga al 2015 delle detrazioni 50% e 55%

21/2/2013

 
Ci sono diversi punti di convergenza tra le richieste degli imprenditori edili e gli impegni che il leader di Scelta civica Mario Monti intende assumersi per la prossima legislatura. Nell'incontro di ieri con i vertici dell'Ance, Monti ha ipotizzato un pagamento immediato dei primi 30 miliardi di debiti arretrati della PA, una valutazione con i Comuni per affrontare il problema dell’Imu sulle abitazioni non vendute delle imprese (il cosiddetto “magazzino”) e un impegno per una modifica del patto di stabilità più favorevole agli investimenti a livello europeo.

Proroga delle detrazioni al 2015

Inoltre, il premier uscente e leader di Scelta civica si è detto favorevole a una proroga fino al 2015 della detrazione fiscale del 50% sulle ristrutturazioni edilizie e della detrazione fiscale del 55% sulle riqualificazioni energetiche degli edifici.

Nuova riunione del Cipe da 12 miliardi

Per quanto riguarda le infrastrutture, Monti ha annunciato che entro la fine del mandato di governo ci sarà una nuova riunione del Cipe da 12 miliardi di euro. Il professore ha inoltre ascoltato una serie di domande provenienti dagli imprenditori in sala su temi strategici quali l’aumento della concorrenza negli appalti pubblici, il credito alle imprese e la fiscalità.

Le promesse di Berlusconi

Ricordiamo che il 6 febbraio scorso il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti ha incontrato Silvio Berlusconi. Il leader del Pdl ha promesso di esaminare con profondità l'“Addendum per l'Edilizia” presentato dall'Ance e ha annunciato l'intenzione di abolire l'Imu sull'invenduto e quello sulla prima casa. Di fronte alla platea degli imprenditori edili Berlusconi ha anche rilanciato il progetto delle new town con nuove abitazioni per le giovani coppie.

FONTE: CASAeCLIMA

Un mondo di plastica, tra le provocazioni di Nature e quello che si può davvero fare

20/2/2013

 
Immagine
Ogni anno nel mondo si producono 280 milioni di tonnellate di materiali diversi chiamati, comunemente, plastica. I chimici preferiscono chiamarli polimeri (termoplastico o termoindurenti) per il fatto che sono composti da lunghe catene. Le plastiche di cui parliamo sono in genere di origine sintetica e vengono prodotte a partire da molecole molto più piccole, chiamate monomeri. Una catena di polietilene, per esempio, può essere costituita anche da una successione di decine e persino centinaia di migliaia del suo monomero, l'etilene (che i rigoristi dello IUPAC preferiscono chiamare etene).

Qualcuno ha definito la nostra come l'"era della plastica", grazie al successo che questa categoria di materiali di sintesi ha avuto negli ultimi decenni. I motivi di questo successo sono diversi: le plastiche sono funzionali e versatili, leggere e inerti. Per questo le troviamo dappertutto.

Anche dove non dovremmo.

Dei 280 milioni di tonnellate di plastiche che si producono ogni anno nel mondo, infatti, solo 130 milioni di tonnellate, meno della metà, dopo l'uso finiscono in discarica o vengono riciclate. I restanti 150 milioni di tonnellate o sono ancora in uso oppure finiscono nell'ambiente.

E, infatti, passeggiando lungo una spiaggia o in un bosco è molto facile imbattersi in rifiuti di plastica. Non  uno spettacolo bello da vedere. A maggior ragione perché quei rifiuti imbrattanti sono il frutto, soprattutto, della maleducazione di chi li abbandona nell'ambiente.

Tuttavia le plastiche abbandonate nell'ambiente non producono solo inquinamento estetico. Non sono solo brutte da vedere. Producono anche dei danni. Secondo il segretario della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica, per esempio, le plastiche che finiscono in mare costituiscono un pericolo per tutte le specie di tartarughe, per il 45% dei mammiferi marini e per il 21% degli uccelli marini.

Il rischio accertato con solide prove scientifiche è quello fisico: un delfino che inghiotte una busta di plastica, per esempio. Tuttavia ci sono sufficienti indizi che le plastiche possano costituire, per alcune specie animali, anche un pericolo di tipo chimico. Che deriva in primo luogo dagli additivi, spesso tossici, che alcune di esse contengono, ma anche dalla loro stessa degradazione. O, infine, da sostanze tossiche che le plastiche possono assorbire. Secondo lo United Nations' Globally Harmo­nized System of Classification and Label­ling of Chemicals, una sostanza su due contenuta nei materiali plastici in uso è un potenziale inquinante chimico. Inquinanti organici, anche clorurati, risultano in concentrazioni da cento a un milione di volte superiori nei luoghi ove si concentrano rifiuti plastici.

Le plastiche dunque inquinano. Una complicazione è data dal fatto che poche plastiche vengono riciclate (il 9% nel mondo, secondo Nature).

Dunque, che fare?

A questa domanda la rivista Nature ha dedicato molta attenzione la scorsa settimana. E ha pubblicato una provocatoria proposta di un gruppo di ricercatori americani guidati da Chelsea M. Rochman, che lavora alla School of Veterinary Medicine della University of California di Davis, e Mark Anthony Browne, che lavora al National Center for Ecological Analysis and Synthesis di Santa Barbara sempre in California. La provocazione consiste nel riclassificare i rifiuti plastici. Da semplici rifiuti solidi urbani, così come vengono definiti nella gran parte delle legislazioni dei paesi di tutto il mondo, in rifiuti tossici e pericolosi. Con la nuova classificazione, sostengono i ricercatori, si potrebbe intervenire sia a monte (produzione) che a valle (gestione dei rifiuti) in modo da minimizzare il rischio.

La proposta appare un po' tranchant, anche perché le plastiche non sono tutte uguali. E poi - ne sappiamo qualcosa in Italia - non basta classificare come tossico e nocivo un rifiuto per eliminare il rischio o migliorarne la raccolta e il successivo avvio al riciclo. Anzi.

Meno provocatoria e certo più convincente appare l'altra proposta che emerge dalle pagine di Nature, che è quella di mettersi al lavoro per cercare sostituti ecologicamente sostenibili. O biodegradabili o più facilmente riciclabili. Molti, in realtà, hanno già colto la sfida. Ci sono, per esempio, materiali plastici in fibre naturali che, con le medesime prestazioni funzionali delle vecchie plastiche, risultano biodegradabili al 100%.

Tuttavia il problema esiste. E dunque la provocazione dei ricercatori americani è utile. Anche perché, in regime di business as usual, nel 2050 il mondo si troverebbe a confrontarsi con 33 miliardi di tonnellate di materiali plastici. Una quantità sufficiente a riempire 2 miliardi e 750 milioni di camion dell'immondizia che, messi uno dietro l'altro, farebbero 800 volte il giro della Terra.

FONTE: greenreport.it


Gifi: "Verso trasformazione epocale del fotovoltaico"

20/2/2013

 
Immagine
Il fotovoltaico italiano e l'intero sistema elettrico nazionale si trova a un passo dalla svolta. Di questo si è discusso ieri a Milano nel corso di un importante incontro pubblico tra l’industria fotovoltaica e gli esponenti dei maggiori partiti candidati alle prossime elezioni. Anie/Gifi, durante l'appuntamento, ha chiesto un vero impegno della politica per lo sviluppo sostenibile del settore elettrico in transizione verso la generazione distribuita. "I tempi sono maturi - ha detto Valerio Natalizia, Presidente Anie/Gifi – abbiamo l’esperienza ed anche la tecnologia. L’industria fotovoltaica nazionale ha bisogno in questo momento di stabilità, certezza delle regole e di una visione strategica per poter sfruttare al meglio tutte le opportunità offerte da questa transizione e per rilanciare l’economia italiana".

Durante l'incontro è stato presentato un recente studi europeo, che ha evidenziato come l’utilizzo della tecnologia fotovoltaica induca a una diminuzione del prezzo dell’elettricità fino a 4.8 centesimi al kWh per effetto della riduzione delle perdite di rete, delle emissioni inquinanti e della dipendenza dalle importazioni. Parallelamente si è ridotto nell’ultimo anno del 35% il LCOE (il costo di produzione dell’energia elettrica durante l’intera vita dell’impianto fotovoltaico) mentre si riduce del 22% il costo dei moduli (che rappresentano oggi circa il 40% dell’investimento totale) ad ogni raddoppio della potenza installata. "Gli incentivi sono serviti a creare competenze, know-how e benefici per tutto il Sistema Paese - ha aggiunto Natalizia. Ora ci stiamo incamminando verso la piena competitività che potrà essere raggiunta solo attraverso la completa liberalizzazione del mercato elettrico, il potenziamento delle infrastrutture di rete, la facilitazione di accesso al credito per le aziende, la riduzione della burocrazia, innescando una serie di misure di stimolo al mercato: SEU, RIU e detrazioni".

“Non è colpa del fotovoltaico se il prezzo dell'energia elettrica è così alto – ha dichiarato Paolo Romani, PDL. La SEN deve diventare nel prossimo Governo lo strumento principale per armonizzare la produzione energetica delle diverse fonti con l'obiettivo di alleggerire la bolletta degli italiani.”

“C'è bisogno di una politica industriale specifica – ha dichiarato Stella Bianchi, PD - che contempli l'integrazione delle rinnovabili nel sistema elettrico a favore della generazione distribuita attraverso i piccoli medi impianti. Allo stesso tempo è importante evitare battute d'arresto dovute a modifiche improvvise nelle regole avvenute in passato e all’eccessiva burocrazia.”

“Le nostre imprese hanno una elevata capacità di innovazione - ha dichiarato Ermete Realacci, PD - e attraverso la sburocratizzazione ed il supporto alla ricerca possiamo fornire strumenti fondamentali per la loro competizione nei mercati globali.”

“Le grandi imprese dell'energia hanno il dovere di prendere atto della trasformazione epocale della generazione elettrica  - dichiara Monica Frassoni, SEL - Sottolineo la necessità di un lavoro sinergico fra le forze politiche e il settore delle imprese della green economy e per consentire lo sviluppo del fotovoltaico, delle rinnovabili e del l'efficienza energetica.”

“Siamo soddisfatti – ha concluso Natalizia – che la politica abbia oggi condiviso le nostre proposte e preso un impegno formale davanti ad una platea foltissima e rappresentativa dell’industria fotovoltaica italiana. La strada da percorrere verso la piena competitività è ancora lunga ma oggi abbiamo dimostrato di avere le idee chiare e soprattutto di essere compatti verso obiettivi comuni. L’auspicio finale è l’urgente unità del settore per affrontare con più determinazione le sfide del cambiamento”.

FONTE: zeroemission.tv

A Polistena la "Calabria che funziona" con l'innovazione rivoluzionaria dei pannelli ecologici di Domenico Cristofaro

19/2/2013

 
Immagine
La Calabria che funziona esiste. Sara’ piccola, sara’ minore, ma esiste. Polistena, piana di Gioia Tauro: il protagonista assoluto si chiama Domenico Cristofaro. Fa l’imprenditore ed ha inventato i pannelli ecologici finendo anche su un libro di Ermete Realacci dedicato alla green economy. Cosa ha fatto Cristofaro? Nocciolini di olive, vasetti di yogurt vuoti e residui della lavorazione di pannolini per bambini: con questo impasto si e’ inventato i pannelli ecologici al 100%. Domenico, nel 1997, aveva presentato un progetto d’impresa a Carlo Borgomeo, sulla legge 44 per l’imprenditoria giovanile. E la cosa era andata a buon fine. Ora pensa di lanciare la sua idea per la costruzione dei banchi di scuola. La base di partenza e’ stata semplice: la Calabria tracima di residui della produzione di olio di oliva, la sansa. Impastiamo la sansa con residui di prolipropilene come i vasetti di yogurt o la parte esterna dei pannolini. Cosi’ nasce Ecoplan, un capannone nella zona industriale di Polistena. Non e’ legno, anche se ne ha l’estetica; non e’ plastica, malgrado ne ricalchi la resistenza agli agenti atmosferici e a quelli chimici. In piu’, si tratta di un materiale ecologico, privo di formaldeide, riciclabile e riutilizzabile all’infinito. All’inizio, nessuno dei potenziali clienti crede al suo prodotto. Domenico campa lavorando all’Area sviluppo industriale di Reggio Calabria. Per ottenere il finanziamento fa un mutuo in banca e ipoteca la casa dove abita. Fa anche il volontario accanto a don Pino De Masi, il responsabile dell’associazione di don Ciotti, di Libera. I sui primi clienti sono le decine di lidi balneari con le passerelle sulle spiagge che sono poi i suoi pannelli di sansa. Poi arriva anche in Lombardia, a Rho-Pero, alle porte di Milano, dove vince una gara per la riqualificazione di un parco pubblico. Poi va in tivu’ col ministro Barca e dimostra che esiste davvero un’altra Calabria. Ora aspetta che i problemi del credito e della burocrazia non lo blocchino.

FONTE: strettoweb.com

Italia, in luce e gas spendiamo il 20% in più rispetto ai vicini europei

19/2/2013

 
Immagine
Spendiamo di più della media europea in materia di bollette domestiche. Il verdetto di Facile.it non lascia spazio ai dubbi.
Dopo aver analizzato le tariffe medie riservate alle famiglie italiane, il sondaggio ha calcolato una spesa familiare media di circa 1.820 euro all’anno per le utenze di gas e luce in Italia, con costi unitari del 20% superiori rispetto a quelli in vigore in Spagna, Germania, Francia e Gran Bretagna.

GAS. Per quanto riguarda i consumi di gas, una famiglia media italiana spende circa 1.300 all’anno (considerando un consumo annuo medio di 1.400 metri cubi): potrebbe risparmiare ben 260 euro l’anno se avesse le tariffe unitarie in vigore nei principali paesi europei, sottolinea la ricerca . Il costo medio al metro cubo da noi è pari a 0,93 euro, contro lo 0,75 euro al metro cubo medio di Germania, Inghilterra, Francia e Spagna.

LUCE. Per la luce, invece, una famiglia tipo paga in Italia circa 520 euro all’anno (per un consumo annuo medio di circa 2.700 KWh): potrebbe risparmiare 73 euro ogni anno se potesse contare sulle tariffe unitarie in vigore negli altri Paesi considerati. Paghiamo infatti 0,191 euro per KWh, contro gli 0,164 euro per KWh spesi in media da Germania, Inghilterra, Francia e Spagna. PREZZI DELLA MATERIA PRIMA IN ITALIA SONO MAGGIORMENTE TASSATI. Ma perché questa differenza? La spesa unitaria varia perché da noi i prezzi della materia prima gas e della quota energia della luce sono tassati maggiormente rispetto all’estero: da qui i rincari, che si ripercuotono sulle bollette. Nel dettaglio, il prezzo della materia prima gas in Italia è in linea con quello pagato dagli altri Paesi europei (0,62 euro/mc in Italia vs 0,62 euro/mc degli altri quattro Stati), mentre è molto forte la differenza di tasse ed imposte sulla bolletta (ben 0,31 euro/mc in Italia, contro uno 0,13 euro/mc per gli altri Paesi). Se sull’energia elettrica il prezzo italiano della quota energia è leggermente più alto rispetto alla media altri Paesi analizzati (0,132 euro/KWh in Italia vs 0,122 euro/KWh degli altri Paesi – con l’eccezione della Germania che è di molto sopra la media), è notevole il diverso peso delle tasse e delle imposte applicate alle bollette italiane (0,059 euro/KWh contro lo 0,042 euro/KWh degli altri Paesi considerati).

VALUTARE LE OFFERTE DEL MERCATO LIBERO PER IL GAS E LA LUCE. “La differenza di prezzi tra l’Italia e molti altri paesi europei può essere in parte mitigata valutando le offerte del mercato libero per il gas e la luce”, dichiara Paolo Rohr, responsabile della Divisione Utilities di Facile.it. “Attraverso il confronto delle tariffe gli utenti possono risparmiare sul prezzo della materia prima gas e della quota energia della luce, benché non possano, ovviamente, abbassare i costi addizionali e le tasse riportate in bolletta. Parliamo, ad ogni modo, di un risparmio medio di 150 euro sul gas e di 50 euro sull’energia elettrica”.

FONTE: CASAeCLIMA

<<Previous

    Archives

    April 2015
    September 2014
    May 2014
    April 2014
    March 2014
    February 2014
    January 2014
    November 2013
    October 2013
    September 2013
    August 2013
    July 2013
    June 2013
    May 2013
    April 2013
    March 2013
    February 2013
    January 2013

    Categories

    All
    News

    RSS Feed

Powered by Create your own unique website with customizable templates.