L’Amianto, il killer invisibile.. ma che cos’è veramente e cosa bisogna fare con l’Amianto? Fino all’inizio degli anni ottanta, l’Amianto era praticamente ovunque e circondava tutti. Nelle strade, fungeva da copertura e coibentava case e palazzi. Il suo nome era accattivante: Eternit, che in latino vuol dire eternità.
Venne creato da una ditta tedesca che unì un silicato (Amianto) con del cemento inventando appunto questo nuovo materiale innovativo per la sue particolarità ignifughe e per la sua capacità di durare nel tempo. La sua forma ad “onda” paradossalmente abbelliva, dando un senso di leggerezza, alle abitazioni. Quella leggerezza tanto sentita si è, durante gli anni , trasformata in gelo: le città erano ricoperte da un elemento dannoso per la salute che tutti conoscono con il nome di Amianto. L’Amianto è infatti un silicato altamente cancerogeno, in modo particolari quando diventa, con il passare del tempo, trucioli e fibre.
Ma cancerogeno quanto? Come una sigaretta? Come i gas di scarico di una autovettura? Basti pensare che una sola fibra di Amianto all’interno del corpo umano crea quasi certamente il cancro ai polmoni sotto forma di asbestosi e successivamente carcinoma polmonare, e che una fibra di amianto è circa 13000 volte più piccola di un capello! Insomma individuarlo è veramente difficile e per tale motivo molti lavoratori hanno contratto malattie amianto-correlate e solo dal 1992 sono stati riconosciuti loro diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un’esposizione al minerale nocivo.
L’obiettivo al quale si vuole arrivare rimane comunque quello di eliminare ovunque l’Amianto. Sono in ogni caso moltissime le difficoltà che si hanno nello smaltimento. L’Amianto non è infatti un un rifiuto comune. Il suo smaltimento non deve mai essere improvvisato, ma seguire precise procedure che garantiscono la massima sicurezza. L’abbandono di materiali contenenti amianto costituisce di fatto reato. Se c’è la possibilità o il timore che un materiale contenga amianto, è necessario farlo analizzare immediatamente da un laboratorio specializzato.
La richiesta di verifica della situazione va inviata al Sindaco del Comune in cui si risiede, che attiverà ARPA per i controlli. ARPA effettuerà un sopralluogo per verificare, utilizzando le indicazioni predisposte dalla Regione. Se con le analisi si accertal a presenza di fibre di amianto: per i materiali friabili è necessario provvedere immediatamente alla bonifica per la rimozione dell’amianto, e di tutto ciò che era a contatto con esso e che quindi può essere contaminato; per i materiali compatti (cemento amianto e vinil-amianto) è opportuno rivolgersi a un tecnico specializzato per valutare il rischio da amianto e lo stato di degrado del materiale, oltre che per misurare la quantità di fibre di amianto nell’aria.
FONTE: tuttogreen.it
Venne creato da una ditta tedesca che unì un silicato (Amianto) con del cemento inventando appunto questo nuovo materiale innovativo per la sue particolarità ignifughe e per la sua capacità di durare nel tempo. La sua forma ad “onda” paradossalmente abbelliva, dando un senso di leggerezza, alle abitazioni. Quella leggerezza tanto sentita si è, durante gli anni , trasformata in gelo: le città erano ricoperte da un elemento dannoso per la salute che tutti conoscono con il nome di Amianto. L’Amianto è infatti un silicato altamente cancerogeno, in modo particolari quando diventa, con il passare del tempo, trucioli e fibre.
Ma cancerogeno quanto? Come una sigaretta? Come i gas di scarico di una autovettura? Basti pensare che una sola fibra di Amianto all’interno del corpo umano crea quasi certamente il cancro ai polmoni sotto forma di asbestosi e successivamente carcinoma polmonare, e che una fibra di amianto è circa 13000 volte più piccola di un capello! Insomma individuarlo è veramente difficile e per tale motivo molti lavoratori hanno contratto malattie amianto-correlate e solo dal 1992 sono stati riconosciuti loro diversi benefici consistenti sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici dei periodi lavorativi comportanti un’esposizione al minerale nocivo.
L’obiettivo al quale si vuole arrivare rimane comunque quello di eliminare ovunque l’Amianto. Sono in ogni caso moltissime le difficoltà che si hanno nello smaltimento. L’Amianto non è infatti un un rifiuto comune. Il suo smaltimento non deve mai essere improvvisato, ma seguire precise procedure che garantiscono la massima sicurezza. L’abbandono di materiali contenenti amianto costituisce di fatto reato. Se c’è la possibilità o il timore che un materiale contenga amianto, è necessario farlo analizzare immediatamente da un laboratorio specializzato.
La richiesta di verifica della situazione va inviata al Sindaco del Comune in cui si risiede, che attiverà ARPA per i controlli. ARPA effettuerà un sopralluogo per verificare, utilizzando le indicazioni predisposte dalla Regione. Se con le analisi si accertal a presenza di fibre di amianto: per i materiali friabili è necessario provvedere immediatamente alla bonifica per la rimozione dell’amianto, e di tutto ciò che era a contatto con esso e che quindi può essere contaminato; per i materiali compatti (cemento amianto e vinil-amianto) è opportuno rivolgersi a un tecnico specializzato per valutare il rischio da amianto e lo stato di degrado del materiale, oltre che per misurare la quantità di fibre di amianto nell’aria.
FONTE: tuttogreen.it